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Caos vaccini, "se ce l'avesse nel sangue?" Telese stana Sileri, scintille con Bassetti: nervi tesi a Non è l'arena

Giorgia Peretti
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Si riaccende la polemica sulla campagna vaccinale dopo la morte a Genova della diciottenne Camilla Canepa, che aveva aderito agli open day con AstraZeneca della sua regione. Questo il tema al centro della puntata di domenica 13 giugno di Non è l’Arena. Il talk show sotto la conduzione di Massimo Giletti volge al termine della stagione televisiva facendo luce sulla sicurezza dei vaccini, le relative fasce d’età maggiormente indicate, dedicando una finestra anche alle migliaia di vittime che hanno perso la vita a causa della pandemia da coronavirus.

 

Ospiti il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, Matteo Bassetti, virologo e direttore di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova ed infine Luca Telese, giornalista e opinionista fisso del talk di Giletti. Il conduttore apre la discussione girando una riflessione ai suoi ospiti: “abbiamo ammazzato un vaccino”.

Il sottosegretario Sileri esordisce così: “È un vaccino che sotto i 60 non deve essere somministrato visto il momento in cui stiamo vivendo con i contagi in forte calo e la bassa circolazione del virus. Ben diverso era il discorso di due mesi fa quando avevamo una circolazione molto sostenuta. Oggi sappiamo che c’è questo rischio delle complicanze per evitare la possibilità si evita il vaccino”.

 

Bassetti si inserisce: “Parliamo di un vaccino che ha dato degli ottimi risultati, ha dei rischi che sono 1 su centomila e il rischio di morte è 1 su un milione di vaccinati. La campagna stampa e social è stata pessima su questo vaccino dal principio e poi c’è stata una responsabilità dell’azienda che avrebbe dovuto metterci la faccia spiegando le cose in maniera diversa” Poi lancia la stoccata: “Questo vaccino muore per una ragione più di opinione pubblica che di scienza. Oggi andare a proporre questo vaccino dopo quello che è successo diventa difficile”.

Un’altra questione sulla quale scienziati si dividono è la seconda dose, proprio sul tema del richiamo eterogeneo del vaccino per chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca, Giletti domanda: “Che prova scientifica c’è sul richiamo eterogeneo?” Sileri spiega: “un’evidenza iniziale esiste, Canada e Germania lo stanno facendo sembra che si stia avendo un’immunità addirittura maggiore. Non è controindicato affatto”. Telese stuzzica Sileri: “Sembra è un termine vago, c’è uno studio che dice che aumentano i casi avversi...”

 

Il sottosegretario non perde tempo e risponde: “Vi è un aumento dei casi avversi ma aumentano i casi avversi minori come fatica, mal di testa, dolore nel sito di inoculo.” Il giornalista continua a pizzicare alludendo quasi a un complotto contro il vaccino di Oxford, citando anche i numeri degli effetti avversi con altri sieri. “Sotto i 30 anni i casi avversi di AstraZeneca sono 1 ogni 55 somministrazioni” - dice Sileri. Poi si scalda per le provocazioni di Telese: “Con Pfizer e Moderna quella precisa complicanza non succede, punto”. A questo punto il giornalista cambia bersaglio tentando di provocare Bassetti: "Se lei avesse una dose AstraZeneca nel sangue si prenderebbe una dose diversa senza nessun trial?”. Il virologo risponde così: “ io le ho detto che ci sono due trial in corso. È evidente che se uno vuole AstraZeneca che è approvato dall’EMA dai 18 anni in poi, non c'è un divieto lo può fare nonostante le raccomandazioni del CTS”. Sileri infine chiosa: “Io sotto i 50 anni non lo farei, farei il richiamo con un’altra dose.”

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