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La protesta no-lockdown travolge le roccaforti della sinistra. Firenze e Bologna ad alta tensione

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Nuove proteste no-lockdown, a Firenze e Bologna, contro la stretta contenuta nell'ultimo Dpcm varato per contenere l’epidemia di coronavirus. Momenti Momenti di tensione nel centro storico di Firenze quando questa sera, poco prima delle 21, sono arrivati i primi partecipanti, oltre 200 al momento, alla manifestazione non autorizzata, indetta con una chat su WhatsApp. Da giorni le forze dell’ordine monitoravano i social perché preoccupati per possibili azioni violente, specie in piazza della Signoria.

I primi manifestanti si sono radunati in via Calzaioli e sono stati bloccati da un cordone di polizia in assetto antisommossa all’ingresso con piazza della Signoria. I manifestanti hanno acceso fumogeni e urlato slogan contro la polizia, contro i giornalisti e contro il premier Giuseppe Conte. Un altro gruppetto di manifestanti è stato invece intercettato e bloccato dalle forze dell’ ordine in piazza della Repubblica.  "Noi non siamo fascisti, siamo lavoratori", hanno gridato i manifestanti, "Vogliamo lavorare". "Siamo alla fame", è stato un altro grido. Quasi tutti i partecipanti sono giovani e indossano felpe con cappuccio e mascherine e issano cartelli. Piazza della Signora è blindata dalle forze dell’ordine. Molti negozi del centro storico hanno sbarrato con paratoia in legno le vetrine.

Sono un centinaio le persone radunate in piazza delle Medaglie d’oro, di fronte alla stazione di Bologna Centrale, pronte a partire per un corteo verso la vicina piazza VIII Agosto. A quanto si apprende si tratta di una manifestazione organizzata da persone vicine agli ambienti ultras. In piazza anche Giovanni Favia, l’ex enfant prodige del M5S e ora ristoratore. La manifestazione è stata annunciata come pacifica e lo speaker ha detto che "non saranno tollerati slogan politici perché non siamo né fascisti né comunisti".

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