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Più di cento mafiosi scarcerati per Covid sono ancora a casa. Bufera su Bonafede

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede

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Il lockdown è finito quattro mesi fa ma 112 dei 223 tra boss e condannati per mafia usciti dal carcere per rischio Covid sono ancora a casa. Altra bufera sulla giustizia gestita dal ministro grillino Alfonso Bonafede

Ad ottenere i domiciliari per i rischi legati al contagio da coronavirus e ancora a casa nonostante lo stesso decreto Bonafede sono boss come Pino Sansone, "ex vicino di casa di Totò Riina", Gino Bontempo, l'ergastolano Ciccio La Rocca e altri ancora. A fornire numeri e nomi dello scandalo è Repubblica.  Ben 112  tra "boss e trafficanti di droga che non sono più ritornati in cella nonostante il decreto del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che a inizio di maggio aveva tentato di mettere un argine alla valanga di scarcerazioni per il rischio di contagio in carcere", scrive Salvo Palazzolo. E il ministero si vanta pure dei risultati raggiunti: "Ma altri 111 hanno fatto già rientro in istituto penitenziario ed è un risultato importante", spiega un anonimo funzionario.

 

Intanto c'è un giallo sui numeri forniti da Bonafede al quotidiano. Come detto sarebbero 223 i boss scarcerati per rischio Covid il 14 maggio. Ma in commissione giustizia, il ministro aveva parlato di  di "498 scarcerati fra alta sorveglianza e 41 bis". Dietro allo scarto c'è quanto scoperto dai nuovi vertici del Dap: 275 boss erano finiti ai domiciliari per "cause diverse e indipendenti dalla pandemia".

 

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