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Scuola nel caos, la rivolta degli insegnanti over 55: congedi a raffica

Maria Elena Ribezzo
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La campanella è suonata per i ragazzi impegnati nelle attività di recupero, ma a brevissimo scatterà per tutti gli alunni d’Italia. È un primo «test» su come gli istituti saranno in grado di gestire la pandemia, sulla tenuta del sistema e, a cascata, sulla stabilità del governo. La provincia autonoma di Bolzano inizierà il 7, in Friuli si partirà il 16, in Sardegna il 22, in Puglia e Calabria il 24 settembre, per tutti gli altri le lezioni partiranno dal 14. A ridosso dell’apertura per tutti, superato (in parte) il nodo dei trasporti e quello della gestione dei focolai, il problema da risolvere è mettere in sicurezza i «lavoratori fragili».

 

I docenti over 55 sono tra il 40-45% e in tanti stanno presentando certificato medico per il congedo. Su questo tema - e non solo - si consuma l’ennesimo scontro tra parti sociali e governo. Un nuovo tavolo che doveva tenersi oggi sull’aggiornamento delle linee guida del Cts slitta, infatti, a data da destinarsi. Il motivo è che non è ancora pronta la circolare del Ministero della Salute proprio sul personale più a rischio, che doveva essere sottoposta all’attenzione dei vari protagonisti. «Non ci sono novità di rilievo» spiegano a LaPresse fonti di Flc Cgil, che tuonano: «Siamo un po’ stanchi di perdere tempo in riunioni inconcludenti». Maurizio Landini su Rai3 lancia l’ipotesi di aprire una discussione su «una riforma strutturale del sistema della scuola». In particolare, per il segretario cigiellino «bisogna investire risorse per superare la precarizzazione e portare l’obbligo scolastico a 18 anni visto che il diritto alla formazione resta fondamentale». Quella dei lavoratori fragili è una condizione che è stata sottoposta in più occasioni durante le riunioni con il ministero dell’Istruzione e con il Cts. «In una situazione di regole incerte, la questione è stata rinviata di volta in volta, in relazione ad un quadro epidemiologico che cambia continuamente», commenta la Uil Scuola. In assenza di un quadro normativo di riferimento certo, quelle che si possono individuare sono solo ipotesi. Cosa fare, dunque, se il medico certifica la condizione di salute di questi lavoratori? L’ipotesi che proporrà Uil è quella dell’aspettativa «retribuita, s’intende». 

 

Intanto, nel decreto «Agosto» sono previsti 450 milioni per garantire il ripiano dei mancati gettiti tributari delle Province e Città Metropolitane e sono previsti nuovi fondi e misure per far ripartire gli investimenti. Ma l’Upi al Parlamento chiede uno sforzo in più: un aiuto per riportare in classe in presenza tutti i 2 milioni e 500 mila ragazzi delle scuole superiori, garantendo le risorse necessarie per coprire il fabbisogno di affitto degli spazi per le scuole.

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