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S'indaga sui clienti del Billionaire

Antonio Sbraga
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Se è vero che «una telefonata allunga la vita», come prometteva un vecchio spot tv, ora un numero di telefono falso potrebbe accorciarla. Come ai «furbetti del numerino» inventato, lasciato dai possibili contagiati del Billionaire che avevano prenotato i tavoli del locale modaiolo della Costa Smeralda indicando falsi recapiti pur di non essere tracciati. Proprio ora che il «contact tracing», ossia il sistema che permette di sapere se si è entrati in contatto con un contagiato del nuovo focolaio divampato ad Arzachena con 58 positivi, li potrebbe salvare dal Covid. O «CoVip», come ormai potrebbe essere ribattezzato il coronavirus, considerati i tanti casi di persone famose o ritrovi-vip (come Cortina D’Ampezzo: un ragazzo ieri è stato riscontrato positivo dopo aver partecipato al «Summerfest» del 20 agosto, cui avevano preso parte 600 persone).

 

 

 

Dopo la prostatite dell’ex manager di Prost, Flavio Briatore, risultato positivo e ricoverato al San Raffaele di Milano al culmine di una vibrante polemica contro il decreto che ha chiuso le discoteche, ieri ha dovuto serrare i battenti un altro frequentato locale-vip della Costa Smeralda: il «Phi Beach» di Baja Sardinia. Anche nell’esclusivo discoclub di Forte Cappellini l’Asl sarda ha sottoposto a tampone rinofaringeo tutto il personale dipendente. Anche in questo caso si stanno cercando i clienti, non solo vip. Nella speranza che non abbiano fatto come gli avventori del locale di Briatore, sui quali ora indagherà la Procura. Ad annunciarlo è il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: «Rimango atterrito dal fatto che al Billionaire siano stati dati numeri e generalità falsi. Significa non avere la testa rivolta agli altri. Non so come verranno rintracciati questi soggetti, spero vengano rintracciati in altro modo, magari con la carta di credito. La Procura aprirà un’inchiesta su questo. Purtroppo si è proceduto con la circolare e quindi con la chiusura». «Io non avrei scritto un orario per il virus perché se c’è un assembramento c’è a qualsiasi ora. La chiusura - conclude Sileri - è stato un atto dovuto»...

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