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Roma, pace fatta con Karsdorp: dal tradimento alla conferma nella lista Uefa

Luca De Lellis
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Era il 9 novembre scorso quando, dopo il pareggio al Mapei tra Sassuolo e Roma, ai microfoni del post gara José Mourinho si scagliava contro “l’atteggiamento” di Rick Karsdorp ritenuto “non professionale”. Addirittura lo Special One alludeva a un suo “tradimento” nei confronti del resto del gruppo, che si era impegnato per conquistare una vittoria importante dopo il risultato negativo del derby. Ecco, a quasi 4 mesi di distanza, quei tempi appaiono lontani anni luce e il rancore sembra aver lasciato spazio al perdono reciproco. Tanto che la Roma, con il parere favorevole dell’allenatore portoghese, ha inserito il terzino ex Feyenoord nella lista Uefa redatta per affrontare il doppio appuntamento dei sedicesimi di Europa League contro il Salisburgo. Ma ripercorriamo in un attimo le tappe della riconciliazione tra i due (ex) litiganti.

 

 

Dopo le dichiarazioni al veleno di Mourinho, dalle quali trapelava la volontà del tecnico di accomodare fuori dai cancelli di Trigoria il giocatore olandese con un “gli ho detto di cercare un'altra squadra a gennaio anche se sarà difficile”, Karsdorp viene escluso dai convocati dell’ultima uscita dei giallorossi prima del Mondiale contro il Torino. Scelta inappellabile, che ha il sapore di una sentenza: non c’è più spazio per lui. Il giocatore viene messo alla berlina in una piazza da sempre focosa come quella di Roma, dal personaggio che i tifosi identificano come il proprio condottiero. Tanto che, con significativo ritardo, anche il sindacato mondiale calciatori Fifpro accusa Mourinho e la società di aver riservato al calciatore una “campagna di mobbing”. Traditore, afferma l’ente, è “un termine offensivo e privo di fondamento per cui il club non si è mai scusato e che i fan hanno ripetutamente usato contro lui e la sua famiglia”.

 

 

Ciononostante, Karsdorp a sorpresa parte per il ritiro invernale della Roma in Portogallo. E qui ha luogo il primo vero segnale di ricongiungimento tra i due. Da quel 9 novembre l’esterno olandese non ancora messo piede in campo e, intanto, la Roma ha preso in prestito dal Leeds lo spagnolo Diego Llorente che può, in caso di necessità, ricoprire il suo stesso ruolo insieme a Celik e Zalewski. Ma alla vigilia di Napoli-Roma, alla domanda sul parallelismo tra il caso Zaniolo e quello di Karsdorp, Mourinho ha inviato pubblicamente il secondo segno di disgelo: “Karsdorp starà fuori fino a quando vorrà. Ha bisogno di poco per rientrare. Ora ha un piccolo infortunio, ma si allena sempre con noi. È dall'Algarve che si allena normalmente con la squadra. Qualcuno in questa situazione è stato veramente bugiardo, ha dato un’immagine negativa di un allenatore, di un club, che non lo meritavano. Per diventare un’opzione, dipende solo da lui”. Anche perché il giocatore nella sessione di mercato appena conclusa non ha trovato un’altra sistemazione, come Mourinho aveva auspicato in quell’infuocato post-partita. Karsdorp si è messo a disposizione, ha aspettato il suo momento che, forse, con la notizia della sua inclusione nella lista per l’Europa League, è arrivato. Che sia reciproco interesse o utilità, una cosa è certa: se per Zaniolo la frattura sembra insanabile, Karsdorp un piede dentro al progetto ancora ce l’ha.

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