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Roberto Baggio indiavolato con la Fifa: “Vergogna, scandalo e follia”. Che succede all'Italia

Luca De Lellis
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Roberto Baggio non è mai stato banale in campo e non lo è neanche nelle dichiarazioni che negli anni dopo il ritiro hanno caratterizzato il suo personaggio. Durante l’inaugurazione della nuova tratta di ITA Arways, che collega l’aeroporto di Roma Fiumicino con quello di Buenos Aires, il Divin Codino ha bastonato gli esponenti della Fifa: “La vergogna più grande è che l’Italia non sia andata di diritto in Qatar avendo vinto l’Europeo. È scandaloso, mi sembra una follia”. In effetti, se si pensa che la Uefa prevede l’accesso diretto alla Champions League della squadra trionfante in Europa League (e lo stesso meccanismo per la nuova Conference), non si capisce perché la nazione vincitrice di un trofeo così prestigioso come l’Europeo non tragga nessun vantaggio.

 

 

“Si saranno guadagnati un premio questi ragazzi o no? Se fossi stato al posto loro non so davvero come avrei reagito. È la cosa più brutta da accettare, perché in una partita di 90 minuti può succedere di tutto, va storta un’azione e resti a casa. È incommentabile dai…”. La meta del viaggio del Pallone d’Oro 1993 è l’Argentina, luogo del cuore e dell’anima per lui che non la visita da qualche anno, causa pandemia. Come non commentare allora la Finalissima 2022, che ha visto proprio l’albiceleste dominare gli azzurri di Roberto Mancini: “La Nazionale di Scaloni ha talenti incredibili, ma l’Italia ha sofferto tantissimo l’eliminazione dal Mondiale. Il contraccolpo psicologico è stato enorme, il livello di serenità delle due formazioni era imparagonabile”.

 

 

Poi incorona l’altro numero 10 italiano degli anni ’90: il c.t Mancini, che Baggio ha incontrato proprio la settimana scorsa: “Gli ho detto che deve restare lì a lavorare. Quello che ha fatto all’Europeo – ha aggiunto l’ex campione del nostro campionato – è stato straordinario”. In più “ha il termometro di tutti i giovani e ricostruirà la squadra per il futuro”. Non si può che ripartire da lui, parola di uno dei più forti calciatori della storia del calcio italiano.

 

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