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Il Covid dimezza la Serie A tra quarantene e Asl. Ma il governo non ferma il campionato

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Fabrizio Cicciarelli
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Anno nuovo, vita vecchia. Il virus buca ancora il pallone, che mezzo sgonfio prova a rotolare avanti nonostante contagi e rinvii. Si continua, almeno dove lo permettono le Asl, intervenute per fermare quattro delle dieci gare di Serie A in programma oggi, più Juventus-Napoli che resta in bilico tra l'ok delle autorità sanitarie e gli ultimi casi emersi tra i partenopei. Una situazione così urgente da finire anche sul tavolo del governo, che per ora decide di non intervenire. Per una sera i rigoristi più attesi non sono i cecchini degli undici metri, ma il fronte più rigido all'interno dell'esecutivo in merito alle misure restrittive contro il virus. La proposta pronunciata in cabina di regia è quella di fermare il campionato dopo la giornata di oggi - ormai troppo vicina per essere bloccata - e fino alla fine del mese, quando le nazionali sudamericane torneranno a sfidarsi per le qualificazioni ai Mondiali 2022, ricominciando il primo fine settimana di febbraio, corrispondente a domenica 6. Un'ipotesi che però non viene raccolta, né dal presidente del Consiglio Draghi né dai ministri, così come non vengono discussi nuovi tagli alle capienze - 50% negli impianti scoperti e 35% nei palazzetti - o chiusure al pubblico.

 

 

La vigilia del 20° turno di Serie A è però un crescendo di numeri e bollettini, con i contagi che in serata sfondano quota 90 nei gruppi squadra, lasciando indenni solo Empoli e Lazio, mentre le partite vengono bloccate una dopo l'altra. Così oggi potremmo dover vedere il Venezia all'Arechi senza i padroni di casa della Salernitana, fermati dalla Asl - come già accaduto per la trasferta di fine 2021 a Udine - per le 11 positività emerse nel gruppo squadra di cui 9 riguardanti giocatori. Un numero talmente elevato da indurre la dirigenza granata a richiedere il rinvio alla Lega Serie A, che però nel consiglio straordinario andato in scena ieri pomeriggio non ha deliberato posposizioni, solo il lavoro su una bozza con l'obiettivo di definire un numero minimo di calciatori per scendere in campo, 13 professionisti - di cui almeno un portiere - nati entro il 31 dicembre 2003. La Lega potrebbe invece ricorrere al Tar contro le Asl che non terranno conto delle nuove disposizioni governative sulle quarantene emesse il 30 dicembre, che si azzerano per i contatti che siano vaccinati con terza dose o con seconda dose da meno di 120 giorni.

 

 

È toccato alle Asl territoriali rompere gli indugi per fermare in sequenza Fiorentina-Udinese, Atalanta-Torino e Bologna-Inter. Non solo, perché i provvedimenti emessi dalle autorità sanitarie impatteranno anche sulla 21ª giornata di Serie A, visto che Udinese, Torino e Bologna sono state tutte poste in quarantena per cinque giorni e di conseguenza bloccate per le rispettive gare contro Atalanta, Fiorentina e Cagliari. Il rischio è di assistere nuovamente a una serie di partite disertate e 3-0 a tavolino annullati a colpi di ricorsi. Ancora più caotica la situazione di Juventus-Napoli, di nuovo nell'occhio del ciclone come nella scorsa stagione. Al contrario dello scorso anno, gli azzurri hanno ricevuto l'ok dalla Asl Napoli 1 Centro per recarsi a Torino, nonostante una lista di 13 persone - inclusi 3 ragazzi delle giovanili - risultate positive nel gruppo squadra, tra cui il tecnico Luciano Spalletti. Semaforo verde alla trasferta con raccomandazioni al rispetto delle norme anti-contagio prima della partenza nel pomeriggio da Capodichino, non prima di un ulteriore chiarimento richiesto dai dirigenti che ha ritardato la partenza del charter. Il colpo di scena c'è stato all'atterraggio, con la notizia della positività di Lobotka, Zielinski e Rrahmani, che assottiglia ulteriormente il numero di giocatori a disposizione, con il paradosso della squadra già in trasferta e la sensazione di novità all'orizzonte.

 

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