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Juventus-Inter, ipotesi recupero il 9 marzo

Carlo Antini
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Lunedì 9 marzo potrebbe essere il giorno di Juventus-Inter, recupero della 26/a giornata del campionato di Serie A. La partita, inizialmente in programma il 1 marzo a porte chiuse per l'emergenza coronavirus, è stata rinviata insieme ad altre 5 partite scatenando un vespaio di polemiche. L'apertura dell'ad dell'Inter Beppe Marotta alla nuova data proposta sembra andare verso la giusta direzione, in vista anche dell'assemblea della Lega Serie A in programma mercoledì 4 marzo al CONI a Roma. «Abbiamo chiesto di presentare due o tre ipotesi per cercare di dare stabilità a questo caos. Se questa è un'ipotesi, che io ho appreso mediaticamente, è già una cosa di buon senso», ha dichiarato Marotta a Radio Anch'Io, a proposito della possibilità di giocare lunedì prossimo a porte aperte. C'è stato un altro Consiglio straordinario della Lega Serie A sempre in conference call per cercare di arrivare ad una soluzione che accontenti tutti.  Per approfondire leggi anche: Juve-Inter il 9 marzo ipotesi di buon senso L'ipotesi che prende corpo è quella dunque di far slittare al 14 maggio la 27/a giornata che era in programma nel prossimo weekend e recuperare fra il 7 e il 9 marzo le partite che non si sono disputate nell'ultimo fine settimana. Udinese-Fiorentina e Sampdoria-Verona sarebbero disputate nel weekend perché Veneto e Liguria non sono comprese nei divieti prorogati fino a domenica 8 marzo, mentre, lunedì 9 si giocherebbero Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia e soprattutto il big match Juventus-Inter in modo da essere certi di poter giocare a porte aperte e senza ulteriori limitazioni perché a decreto scaduto. Il tutto è ovviamente oggetto di possibili cambiamenti visto che la situazione legata al coronavirus è in continua evoluzione. Il modo con cui è stata gestita la situazione ha però scontentato un po' tutti, come ha ribadito ancora Marotta. «Il mio intervento non voleva essere polemico ma propositivo. Sono successe dinamiche che si sconfessavano l'una con l'altra. Il mio intervento - ha dichiarato l'ad nerazzurro - era per riportare equità e tranquillità». «Sono state giornate convulse, c'è una criticità, un contesto più unico che raro. Ma non perché in passato non ci siano stati momenti altrettanto complessi. Qui c'è un discorso temporale che non è chiaro a nessuno», ha detto il presidente del CONI Giovanni Malagò. «Sono entrate in campo molte ipotesi, come succede in questi casi qualche errore è stato fatto, non so se come sostanza o comunicazione, ma il più grande errore che si può fare è che non si prenda una piega chiara e definitiva e spero potrà avvenire da mercoledì», ha aggiunto. Anche il dg della Fiorentina Joe Barone ha riconosciuto «la situazione di emergenza» ma che «è nostro obbligo tranquillizzare il campionato». «Dobbiamo mettere un punto. Seguiamo e rispettiamo le regole, stiamo proponendo all'estero un calcio italiano che litiga, siamo confusi, non uniti. È inaccettabile per noi che stiamo cercando di far crescere il calcio», ha ribadito il braccio destro di Rocco Commisso. Come sempre colorito il commento del presidente del Brescia Massimo Cellino: «Per limitare i danni era meglio una partita a porte chiuse che far saltare il campionato. Quello che mi mortifica è che ci sono 20 società, non solo due, se la Lega continua a lavorare per due sole il problema è serio».

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