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La Juventus si ferma ancora e protesta con l'arbitro

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Algol di Quagliarella (il decimo stagionale), trovato a inizio ripresa, ieri sera ha replicato Borriello, ex di turno che ha così complicato i piani di fuga dei campioni d'Italia. Non la miglior Juve della stagione, in effetti, nemmeno quando era passata in vantaggio sfruttando una ripresa veemente. La Signora presenta Quagliarella con Vucinic, il Genoa di Ballardini (all'esordio) lascia in panchina Borriello e si affida a Floro Flores e Immobile scegliendo di difendere a tre. Cominciano meglio gli ospiti, con la Juve stranamente morbida: un paio di occasioni potenziali il Genoa le crea davvero, prima che Vidal abbia la palla buona ma si faccia anticipare da Antonelli. Pogba perde un paio di palloni più del solito ma, quando azzecca il lancio, mette Marchisio davanti a Frey senza che però il numero 8 inquadri la porta. È una partita equilibrata, senza che né Frey né Buffon siano costretti a interventi particolari. A metà gara, dopo che Quagliarella (a secco dal 20 novembre, contro il Chelsea) aveva sfiorato il gol su cross di Lichtsteiner, il pari è il risultato più giusto. Cambiare marcia diventa obbligatorio e la Juve prova a farlo appena rientrata in campo: Frey compie il primo intervento decisivo salvando su Caceres, poi Vucinic - tra i peggiori fino a quel punto - inventa per Lichtsteiner sul cui assist Quagliarella trova la deviazione vincente. Ballardini rispolvera allora Borriello (per Immobile) e Bertolacci (per Olivera), poi passa al 4-3-1-2 mandando in campo anche Marco Rossi: il pareggio arriva per merito dell'ex di turno, ben servito da Kucka, bravo a mettere seduto De Ceglie. A quel punto, assalto all'arma bianca e Genoa costretto in 10 per un infortunio di Floro Flores: rigore chiesto da Vidal, palo di Giovinco su punizione, Frey protagonista e 1-1 finale nonostante le proteste bianconere per un mani di Granqvist a tempo scaduto.

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