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L'Inghilterra «sporca» l'anno perfetto neozelandese

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Loha dimostrato l'Inghilterra battendo ieri gli All Blacks 38-21 sul sacro prato di Twickenham, di nuovo assurto al ruolo di fortezza del XV della Regina e infuocato dal delirio della folla per la meravigliosa vittoria. Per gli All Blacks della Nuova Zelanda questa volta il nero è il colore del lutto, come sempre capita alla squadra vincente per eccellenza nella rarissime occasioni di sconfitta. Il rovescio vale doppio, visto che si tratta dell'unica sconfitta del 2012. L'imbattibilità crollata grazie al match giocato da una splendida Inghilterra, forse aiutata dal maligno virus intestinale che durante la settimana aveva fiaccato molti neozelandesi apparsi in campo privi della consueta energia. Ma questo è rugby, nessuno cerca scuse, l'Inghilterra ha vinto, onore all'Inghilterra. Che si tratta di un pomeriggio di gala lo si capisce subito, e non solo dagli abiti da cerimonia delle splendide interpreti degli inni nazionali che scaldano il cuore di Twickenham in un pomeriggio freddissimo. Il livello di intensità della sfida è ben chiaro quando, in risposta alla sfida della feroce Kapa O Pango degli All Blacks (la Haka che termina col gesto del taglio della gola) gli 82.000 sugli spalti rispondono con «Swing low, swett chariot», l'inno popolare della nazionale di rugby inglese. Nella prima mezz'ora la squadra della Rosa prende le misure e attende nella propria metà campo la marea nera che, però, non arriva. Carter è insolitamente impreciso e il capitano Mc Caw meno presente sui punti d'incontro, gli inglesi sentono l'odore del sangue e prendono coraggio sospinti dal piede di Farrell che li porta all'inizio del secondo sul 15-0. Poi le mete di Savea e Read trasformate da Carter illudono ma l'orgoglio dei Leoni emerge prepotente sulle giocate di un Tuilagi strepitoso. Il centro dell'Inghilterra favorisce le mete di Barritt e Ashton oltre a marcarne una personale che chiude i giochi.

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