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Giada Oricchio Due tedeschi in Cina conquistano la prima fila del Gran Premio di Shanghai (diretta oggi ore 9 su Rai1), alla Mercedes non succedeva dal 1955, dall'era Fangio.

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ServivaRoss Brawn con le sue intuizioni geniali, visto che è stato l'artefice dei titoli iridati di Schumacher alla Ferrari. Ne avrebbe bisogno anche la Rossa di oggi: Alonso partirà nono, Massa dodicesimo. Ci ha messo 110 gare, Rosberg per catturare la sua prima pole, con un tempone di 1'35''121, ma ha dimostrato di non essere il solito figlio di Keke, in questo caso. E ha ricevuto tanti complimenti per quell'unico giro strepitoso che racconta così: «Le temperature si stavano abbassando e la pista diventava più fredda consentendo al retrotreno della mia Mercedes di lavorare meglio. Inoltre abbiamo cambiato l'assetto prima del turno finale e montato le soft. Poi ho fatto un giro perfetto». Al suo fianco, «Kaiser» Schumacher perché Hamilton, che comunque si è beccato mezzo secondo, passa da secondo a settimo per la sostituzione del cambio. Ma ha optato per un set up aggressivo ed è fiducioso di riuscire a rimontare. Delude Button, quinto con la McLaren, a suo dire a causa del muretto che lo ha rimandato in pista troppo tardi. Il difficile per la casa di Stoccarda arriva oggi. Deve dimostrare di essere forte anche in corsa, per vincere occorre il pacchetto: vettura, piloti, strategia, ma soprattutto gomme da accompagnare con eleganza al traguardo e non da maciullare. Inoltre Rosberg e Schumi non potranno usare a loro piacimento (come invece fatto sabato) il DRS che manda in stallo l'ala anteriore e dunque in rettilineo saranno meno veloci. Vedremo. Se fanno notizie due frecce d'argento davanti a tutti, fa rumore anche il resto delle qualifiche. Nella top ten non ci sono Vettel e Massa. Il campanello d'allarme per il campione del mondo suona già in Q1 dove si qualifica per un soffio e, sempre più nervoso, (è stato anche redarguito per le offese rivolte a Kartikeyan) lancia un'eloquente occhiataccia agli ingegneri, nella seconda manche capitola: undicesimo utilizzando gomme usate, mentre il compagno di squadra Webber stabiliva il miglior crono rifilandogli la bellezza di tre decimi con mescole nuove. Sulle vetture anglo austriache sono state usati due tipi diversi di scarichi, ma per Chris Horner, team principal della Red Bull, non è questo il motivo del ritardo di Vettel la cui eliminazione ha del clamoroso dopo 41 gp e dopo che negli ultimi tre anni era scattato dalla pole position. E sempre in Q2 tanti saluti, attesi, al brasiliano in rosso che alle parole non fa mai seguire i fatti anche se, questa volta, ha contenuto il gap con Alonso in tre decimi. Dignitoso. Ma Perez (segno del destino?) con un giro magistrale lo impacchetta e spedisce in dodicesima piazza. Come dire il presente e il futuro che avanza, morde, si impone. Alle spalle della coppia teutonica fanno paura Raikkonen su Lotus e Kobayashi su Sauber che hanno conquistato la seconda fila. Sono due ossi duri che si galvanizzano in corsa e hanno stracciato i compagni: Grosjean decimo e Perez ottavo. Alonso ha spremuto la macchina per riuscire a parcheggiare in nona posizione a 1' 5” da Rosberg: «Ci attende una gara in difesa, ma sono ottimista. Speriamo nella pioggia perché diventerebbe una lotteria, mentre in condizioni normali sarà difficile recuperare». Il punto debole della Rossa è il telaio che limita la velocità di punta, la controprova è nella Sauber che a parità di motore (Ferrari, appunto) è l'unica ad avvicinare le Mercedes per prestazioni massime. Una Ferrari disorientata dall'andamento delle qualifiche, lo ammette Stefano Domenicali: «Sfido chiunque a spiegare razionalmente l'andamento quello che è successo. Siamo passati da divari ristrettissimi in Q2 a divari ben più ampi in Q3, con oscillazioni molto forti in alcuni casi. Certo non erano queste le prospettive a inizio stagione, ma facciamo di necessità virtù e cerchiamo di rastrellare tutti i punti possibili». Il ritornello è sempre lo stesso: se il cielo coperto non piangerà, la Ferrari avrà il passo di una formichina e Alonso non avrà alcuna chance di andare in Bahrain da leader.

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