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di Gianfranco Giubilo E così, a spizzichi e bocconi, attraverso l'impervio cammino di una programmazione delirante, dopo cinque mesi la Coppa Italia arriva finalmente al terzultimo appuntamento, i quarti di finale.

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Trastasera e giovedì, in campo sei delle prime sette della classifica, manca all'appello l'Udinese, c'è invece il Chievo, una delle tre all'ottavo posto, unico intruso il Siena, che proprio i veronesi ospiterà nel quarto dei poveri. Partita unica, un vantaggio per chi gioca in casa, cioè Juventus, Napoli e Milan, rispettivamente con Roma, Inter e Lazio, sorteggio ingrato per la Capitale. Si parte con la sfida di Torino, che non può essere mai banale, neanche quando questa svilita competizione non rappresenti il massimo delle aspirazioni stagionali. Confortata dalla goleada al Cesena, ma soprattutto dal livello di gioco esibito, la Roma ci proverà, turnover ridotto al minimo, in qualche caso obbligato per le forzate rinunce a De Rossi, Marchisio e Pepe, Totti non potrà chiedere rivincite a Buffon che lascia la difesa dei pali a Storari. Torna di moda la leggenda di Francesco possibile azzurro all'Europeo, a parole tutti contenti, soprattutto Luis Enrique, ma l'anagrafe impone una saggia gestione delle residue energie. A fianco del capitano ci sarà ancora Erik Lamela, che a diciannove anni già esibisce numeri di alta scuola e una sorprendente maturità nel gestire le emozioni, in difesa ancora una chance per Kjaer, la giovane età giustifica i tentativi di recupero che il tecnico sta mettendo in atto. Sia la Juventus, sia la Roma, promettono impegno convinto, comune l'auspicio di evitare la rogna dei supplementari, il campionato impone altre priorità. Domani doppio turno, forse la tranquillità dettata dalla classifica potrebbe agevolare il Chievo, nel pomeriggio a Siena, dove non avrà comunque vita facile. In serata, ci proverà il Napoli, forte dell'entusiasmo del San Paolo, non affievolito dai modesti risultati, a porre fine alla striscia, ammirevole e fortunata, grazie alla quale Claudio Ranieri ha portato la sua Inter a sei punti dalla vetta, distacco non più utopico. Si chiude con la Lazio di nuovo a San Siro: dove stavolta troverà il Milan: ma non l'Inter e, per sua fortuna, neanche il fischietto di Rizzoli e i suoi sciagurati effetti.

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