Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

dall'inviato MILANO Ancora una volta una sconfitta con Ranieri.

default_image

  • a
  • a
  • a

EdyReja dovrebbe averci fatto il callo, ma il ko di San Siro fa troppo male per non recriminare. «Per come ho visto giocare la squadra persino il pareggio ci stava stretto. L'Inter nel secondo tempo non è esistita e due episodi molto dubbi hanno determinato il risultato». Reja ha riguardato la moviola e quasi non ci vuole credere. La critica all'arbitro Rizzoli è netta. Signorile, come sua abitudine, ma ferma e circostanziata: «Il fuorigioco di Pazzini c'è, è inutile discuterne - attacca il tecnico - e non parliamo di errore di Zauri, la mia squadra la giudico solo complessivamente e non ha affatto demeritato. Prima del loro pareggio c'era un calcio d'angolo per noi che non ci è stato dato. Per non parlare del rigore, anche quello è netto. Klose cerca di arrivare sul pallone, Lucio si mette davanti, lo ferma col braccio, fa ostruzione e poi con lo stesso braccio tocca il pallone. A parti invertite un rigore del genere l'avrebbero fischiato subito». Sudditanza psicologica? «Gli episodi purtroppo a volte sono decisivi e a noi è andata male - insiste Reja - io vorrei solo che alla Lazio venisse dato ciò che le spetta, niente di più e niente di meno. A San Siro spesso questo non è accaduto». Di fronte a una gara del genere diventa difficile parlare di prestazione, di schemi, di errori: «Io sono contento di come ha giocato la Lazio. Penso che a lungo abbiamo dimostrato di essere anche superiori all'Inter. Per me non c'è nessuno dei miei che meriti un voto sotto la sufficienza. Lo stesso Hernanes, che ho cambiato con Matuzalem per dare più geometrie al centrocampo, non stava facendo male». «È doloroso tornare a casa a mani vuote - insiste Reja - ma a livello mentale abbiamo dimostrato di essere una grande». Peccato che dopo tre buone prove contro le corazzate del nord - Inter, Milan e Juve - si sia raccolto solo un punto. Segno di una maturità che forse non è ancora quella necessaria. «In tutte e tre le occasioni meritavamo qualcosa di più, penso ad esempio al palo preso con la Juventus o all'occasione di Klose nella gara col L'inter. Gli episodi ci sono girati male e alle volte le grandi squadre sono brave a raccogliere il massimo anche quando non si esprimono al massimo». C'è il tempo anche per analizzare lo strano cambio Konko-Gonzalez: «Sì, è vero, io volevo cambiare Zauri, ma c'è stata una cattiva comunicazione ed è uscito l'uomo sbagliato. Per altro Gonzalez fino a quel momento stava disputando un'ottima partita. Ma alla fine quell'episodio non ha influito più di tanto sulla partita. Anche con Konko a fare la mezzala siamo comunque riusciti a mettere in difficoltà l'Inter su quella fascia». La pattuglia di giornalisti giapponesi al seguito di Nagatomo non può rinunciare a una domanda su Honda. Reja, rispetto alla conferenza della vigilia, stavolta si sbilancia un po' di più: «È un calciatore che conosciamo tutti, ha sicuramente qualità e mezzi importanti. Quando, e se, diventerà un giocatore della Lazio, ne parlerò più approfonditamente». Car. Sol.

Dai blog