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MRoma sconfitta e umiliata

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Nel finale un brutto gesto provocatorio di Juantorena scatena la rissa

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MRomavolley-Itas Diatec Trentino finisce 3-1 per gli ospiti, che dimostrano tutto il proprio spessore tecnico, tattico e atletico. Una vittoria che, però, il martello cubano Juantorena sigilla con un servizio irridente che innesca un putiferio di proteste, polemiche e insulti in cui vengono coinvolti giocatori, dirigenti, pubblico e chiunque si trovi all'interno dell'impianto di viale Tiziano. Al di là dell'episodio, che Trento giustifica con una presunta scommessa tra amici, la gara emoziona i 2600 spettatori per quasi due ore, con colpi pregevoli ed un ottimo clima agonistico. L'Itas vince perché è più forte, fa bottino pieno perché Roma parte male nel primo set e non riesce a chiudere un secondo in cui ha più di una chance. Ma, nel complesso, i ragazzi di Giani dimostrano di poter giocare una bella pallavolo, di tenere i ritmi dei campioni «di tutto» per larghi tratti dell'incontro e di avere ampi margini di crescita. Il coach nerovedere deve rinunciare ancora a Bjelica per un problema al ginocchio (al suo posto Passier) e schiera Maruotti titolare per Cisolla. Stoychev sceglie di fare turn over, rinunciando per larghi tratti della gara a Kazyski e facendo riposare Stokr per quasi due set. L'avvio della MRoma è complicatissimo: timorosa e contratta, commette una lunga serie di errori. Quelle incertezze che si pagano carissime con le grandi squadre. Quando Juantorena prende il ritmo al servizio, non valgono a nulla tre time out (due chiamati da Giani ed uno tecnico): Roma riconquista palla sull'8-19, con il set in archivio. Lo schiaffone scuote i padroni di casa che rientrano in campo con un piglio diverso. Approfittando anche del fatto che Stoychev tiene in panchina Kazyski, mettendo in campo Della Lunga, Roma lotta palla su palla fino al 23 pari. Ma con il set in dirittura d'arrivo si capisce perché Trento è campione d'Italia, d'Europa e del Mondo. Una difesa e un muro e sale due a zero in un attimo. Affidandosi al servizio di Sabbi, i neroverde, che se la ricezione tiene giocano con buona fluidità, restano attaccati al match. Come una specie di liberazione, sul 9-11 del terzo set, arriva anche il primo muro di Roma. I ragazzi di Giani crescono e fanno il break del 20-16. Questa volta si tira dritto fino alla fine: una pipe di Zaytsev riapre la gara. Ed è proprio il martello azzurro a mettere pressione a Trento ad inizio di quarto set. Ora, però, Stoychev non fa sconti: dentro Kazyski in pianta stabile. I campioni d'Italia spingono forte in battuta e sbagliano molto meno: intorno al secondo tempio tecnico arriva il break. Un altro turno mortifero dello schiacciatore caraibico chiude set e match. Ma, come detto, lo fa nel modo peggiore possibile, scatenando le ire di tutto il PalaTiziano. A fine gara, parlando con il collega Stoychev, Giani commenta così l'accaduto: «Ognuno è libero di fare quello che vuole; ma poi si prende le proprie responsabilità. Quando giocavo, né io, né un mio compagno, ma nemmeno un avversario ha mai fatto un gesto del genere». Poi, venendo alla partita: «Mi dispiace aver fatto così male nel primo set, perché avevo chiesto di giocare la nostra pallavolo, senza guardare il valore di chi avevamo di fronte. Nel secondo siamo stati bravi a tenere il ritmo, ma non abbiamo avuto la giusta lucidità per chiudere. Però - continua il coach capitolino - sono contento di come siamo stati in campo nel terzo e nel quarto set. Si è vista la nostra pallavolo: i ragazzi hanno mostrato delle ottime cose».

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