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Il campione: «È merito della mia famiglia»

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Unsondaggio della Bild rivela che in Germania lo sportivo più amato resta il kaiser nonostante i due Mondiali vinti dal pilota della Red Bull. Ma la popolarità di Vettel è in ascesa se è vero che deve tutelarsi legalmente da chi apre falsi profili a suo nome su Twitter e Facebook. Intanto però il terzo posto gli è bastato per essere matematicamente ancora Re. E festeggia tra le lacrime: «Ripetersi è un sogno, è ancora più difficile. Per il successo non ci sono segreti particolari, il mio è stato un approccio passo dopo passo. È stato un anno lungo e fantastico. Il finale sarà emozionante perché gli avversari sono più vicini di quanto si pensi. La gara di oggi non era facile, non eravamo veloci con le gomme morbide come pensavamo. Ringrazio tutti, ogni singola persona del team ha dato oltre il 100%. Grazie a chi è in pista e a chi si trova in fabbrica. Ho avuto bisogno del supporto anche di Mark Webber. Ma per me c'è qualcuno che spicca quest'anno, colui col quale trascorro la maggior parte del mio tempo, il mio allenatore Tommi Parmakoski. E poi la mia famiglia, i miei amici. Faccio fatica a trovare le parole giuste». Sul Gp del Giappone: «Non è stato facile, la macchina non era così veloce - ha aggiunto Vettel - Il terzo posto è un importante risultato che mi ha consentito di vincere il mondiale». Helmut Marko, lo scopritore del talento teutonico, spaventa gli avversari: «L'intero team rimane insieme quindi avremo successo anche il prossimo anno». Il complimento più bello al campione lo fa il progettista della RB7, Adrian Newey: «Sebastian è come una spugna: si guarda in giro, apprende, sbaglia, ma non ripete mai due volte lo stesso errore. È incredibilmente maturo per quanto è giovane ed è incredibile quanto abbia capito della F1 in così pochi anni». In cattedra anche Jenson Button. Il Giappone è la sua seconda patria: «Volevo vincere davanti a questo pubblico, per me vuol dire molto, adoro questo posto». Gia. Ori.

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