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Paroladi Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori riunitasi ieri a Milano. «Il problema non può però essere l'interpretazione della norma sui fuori rosa – ha aggiunto da Roma il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete – i motivi devono essere altri, e a questo punto andrebbero chiariti». Il messaggio è chiaro e rivolto alla Lega di serie A. Dopo dodici mesi di batti e ribatti, ingannevoli accelerazioni e brusche frenate, la querelle sul rinnovo del contratto collettivo (scaduto il 30 giugno 2010) sembra alfine arrivata alla svolta decisiva. Per convincere i club a firmare l'accordo, Abete ha anticipato ieri il vademecum interpretativo dell'articolo 7, norma anti-mobbing al centro delle polemiche. «Da cittadino italiano mi vergogno un po' – ha spiegato il presidente federale – perché sembra quasi che questa regola sia più importante di una norma costituzionale. In ogni caso, questa è l'interpretazione richiestami: le società devono garantire attrezzature idonee e un ambiente consono alla dignità professionale del calciatore, ossia la partecipazione agli allenamenti con la prima squadra, salvo naturalmente motivi disciplinari». Per altro verso, ha aggiunto Abete, «i club hanno la facoltà di organizzare la preparazione attraverso allenamenti differenziati per ragioni tecniche temporanee e specifici percorsi riabilitativi. Il testo dell'articolo 7, del resto, è facilmente interpretabile e infatti, se escludiamo il caso Pandev-Lazio, sul punto non sono mai sorti contenziosi». Basteranno alla Lega le garanzie federali? Basterà la doppia rassicurazione sul contributo di solidarietà fornita da Aic («Nessun calciatore ha mai detto che non pagherà», ha dichiarato Tommasi) e Figc (Il nuovo contratto è innovato e migliorativo perché la retribuzione è espressa al lordo», ha osservato Abete)? Non secondo lo scatenato Aurelio De Laurentiis: «Abete pensa soltanto a salvare la situazione – ha tuonato da Barcellona il presidente del Napoli – ma la verità è che il nostro calcio è vecchio e lui dovrebbe farsi da parte». L'apertura sul contributo di solidarietà, però, sembra un primo passo verso il disgelo nei rapporti tra Lega e Aic in vista della giornata di domani: i club si ritroveranno nel primo pomeriggio all'Hotel Parco dei Principi di Roma, per poi spostarsi in via Allegri per l'incontro decisivo. O almeno si spera.

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