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Dopo Franco tanti errori e poche virtù

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Sicambia mano, si cambiano gli indirizzi: ma i nuovi padroni non prendono possesso di una casa appena comperata, però efficiente. Qui trovano, dopo tanti ritardi certamente non imputabili alle buone intenzioni degli acquirenti e della banca che ne ha sostenuto l'iniziativa, tubi arrugginiti e rubinetti difettosi, un arredamento tutto da sostituire, con relative spese di non esile spessore. Resta nel cuore dei romanisti quella riconoscenza che Franco Sensi, il capostipite, si era guadagnato salvando una società che la gestione Ciarrapico aveva portato sull'orlo del baratro: e lo aveva fatto pagando un prezzo spropositato al reale valore, avendo dovuto scavalcare le ignobili barricate politiche che avevano prodotto la peggiore delle successioni alla gestione di Dino Viola. Quasi venti anni, segnati dalla conquista del terzo scudetto, firmato da Fabio Capello, ma anche da tanti onorevoli piazzamenti e dalle vittorie in Coppa Italia e Supercoppa. Poi, scomparso Franco Sensi, gli eredi non sono stati più in grado di assicurare neanche l'ordinaria amministrazione, dovendo fare fronte a un mare di debiti sicuramente non attribuibili alle spese sostenute per la gestione societaria. Il volto negativo della cosiddetta politica virtuosa, nella quale la virtù poteva essere paragonata a quella delle eroine del bunga bunga, è stato rappresentato dalla renitenza a lasciare le poltrone del potere. Giochi di prestigio tra emiri fasulli e altre amenità per tenere a distanza finanzieri del calibro di Soros, poi gli allegri rinnovi di contratti verso personaggi che avevano mostrato inettitudine ai massimi livelli. E infine l'ultimatum della banca, la cessione al gruppo americano, che si è trovato a fronteggiare una serie di buffi inattesi e incredibili. Nell'annuncio relativo alle dimissioni della famiglia Sensi dal Consiglio di amministrazione dell'Italpetroli, qualche motivo di consolazione nel constatare la presenza, tra chi uscirà tra poco, di personaggi inquietanti che mai avremmo voluto vedere nella stanza dei bottoni di Trigoria. L'addio di Rosella Sensi ha diritto a umano rispetto. Siate gentili, non chiedeteci anche rimpianti.

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