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All'ultimo stadio

Lo stadio Olimpico di Roma

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La querelle sullo stadio Olimpico diventa un caso di ordine pubblico. Il presidente del Coni Gianni Petrucci e quello della Lazio Claudio Lotito sono stati convocati oggi dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per risolvere una diatriba infinita, originata dal debito accumulato dalla società biancoceleste (due milioni e 60 mila euro) nei confronti della Coni Servizi S.p.A. proprietaria dell'impianto. Ieri sull'argomento è intervenuto anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, invocando «un incontro tra le parti in causa, e magari uno sforzo congiunto per trovare una soluzione prima dell'arrivo dall'America dei nuovi proprietari della Roma». Oggi, però, l'incontro non ci sarà: Petrucci è fuori città per impegni di lavoro e in ogni caso non avrebbe accettato la convocazione del prefetto. Il presidente del Coni rifiuta infatti ogni intromissione sulla vicenda e lo ha fatto capire replicando duramente all'esortazione di Alemanno. «Rispetto il sindaco – ha spiegato Petrucci – ma su questa vicenda non ha voce in capitolo. La questione riguarda un debito di una società per azioni con fini di lucro verso la Coni Servizi S.p.A., partecipata al 100 per cento dal ministero dell'Economia. Il problema si risolve con il pieno rispetto dei contratti, nonché col pagamento del debito accumulato. Cercare sponde istituzionali o tentare altre furbate, come avvenuto nel caso della licenza Uefa, è inutile». Nel tardo pomeriggio è arrivata anche la contro-replica di Alemanno. «Nessuno può decidere di cosa devo occuparmi – ha dichiarato il sindaco – ho semplicemente invitato le parti a incontrarsi, perché è impensabile che una squadra della capitale non trovi un accordo per l'utilizzo del principale stadio della città. Bisogna trovare una soluzione, altrimenti dovremo intervenire con una certa incisività». Mentre Coni e Lazio continuano a litigare sull'Olimpico, il ministro dell'Interno Roberto Maroni è tornato a parlare di stadi di proprietà, esortando il Parlamento ad accelerare l'iter di approvazione dell'apposita legge. «In tema di sicurezza abbiamo fatto grandi passi avanti con la tessera del tifoso, ora dobbiamo occuparci degli stadi». Intervenendo al 32° meeting dello Standing Committee, organo comunitario chiamato a vigilare sulla violenza negli stadi, Maroni ha spiegato come siano stati «eliminati dal testo della legge i criteri di ripartizione dei proventi, principale motivo di scontro: per questo spero che la normativa possa essere approvata in tempi brevi, prima della pausa estiva».

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