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Simone Pieretti NAPOLI Il trionfo prima della tragedia sportiva.

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Iltecnico friulano, visibilmente commosso all'ingresso in campo, è stato accolto da un lungo applauso. La sua squadra lo ha comunque reso orgoglioso, nonostante il risultato finale che sa tanto di beffa. L'allenatore laziale ha seguito tutta la partita in piedi, in maniche di camicia. Ha compresso la gioia del vantaggio biancoceleste, ha evitato di esultare ai gol dei suoi, ma alla fine non ce l'ha fatta, e si è scagliato contro l'assistente di linea in occasione dell'ultima rete di Cavani per una posizione di off side in realtà legittima. «Ringrazio tutto lo stadio per l'accoglienza, non nascondo che mi è uscita qualche lacrimuccia - ammette negli spogliatoi del San Paolo - ho fatto i complimenti ai ragazzi perchè hanno fatto un'ottima prestazione. Abbiamo preparato bene la gara. Quando vieni a Napoli e segni tre o quattro gol ed esci sconfitto, vuol dire che qualche carenza c'è stata, soprattutto sulle palle inattive. Con maggiore attenzione avremmo potuto evitare quei gol, Dossena non è mai stato un gran colpitore di testa. Hernanes? Lo devo gestire, gioca da un anno, e non si è mai fermato. Qui mi aspettavo una sfida con ritmi alti, per questo ho preferito concedergli un turno di riposo. Sul quarto gol sarebbe servita maggior attenzione: eravamo quattro difensori con un solo attaccante, non si può perdere un gol così. Gli abbiamo imbrigliati bene». Si sale sul pullman, il motore è acceso: si torna verso la capitale, tra polemiche e malumori.

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