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L'arbitro rovina la corsa biancoceleste

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Oranessuno toglierà dalla testa del Premier che le propensioni politiche della città natale abbiano influito sugli umori del fischietto livornese. Non a torto, la Lazio si è sentita derubata: un peccato, perché aveva giocato un grande primo tempo, pagando cinque minuti di follia, ma trovando la forza di tornare avanti prima di subire le doccia fredda conclusiva. Ha invece isterilito le aspirazioni dell'Udinese, quel Lecce che alla Via del Mare riesce spesso a trovare ispirazioni felici. Ancora protagonista Andrea Bertolacci, doppietta dopo il gran gol alla Juventus, Montella avrebbe voluto richiamarlo all'Olimpico per la serata, visto quanto le maglie bianconere esaltino il ragazzo romanista, al quale sono stati preferiti, in organico, meno attendibili centrocampisti. Storia e tradizione all'Olimpico, ma tra Roma e Juve si gioca senza la possibilità di modificare le rispettive posizioni, sesto e settimo posto, lontani gli scontri di ben più elevati significati. La febbre di Buffon non pesa, nel periodo migliore dei romanisti, nel primo tempo, decisiva l'opposizione di Storari, grandi parate su Vucinic e su Totti, pericolosi contrattacchi bianconeri con Krasic protagonista su tutto il fronte d'attacco. Prove non memorabili di giocatori attesi, distratto Pizarro e poco produttivo Menez, poco gradevoli tuffi esibiti. Un bellissimo destro al volo del serbo sblocca il risultato nella ripresa, Matri raddoppia, c'è anche il rischio di una goleada, per la Roma la zona Champions è sempre più un miraggio. Testimonial, il derby siciliano, della sagra degli autogol. Non il più importante quello, grottesco, di Balzaretti, appoggio di petto a eludere Sirigu senza necessità del tocco di Lodi. Non facilmente giustificabile quello di Serse Cosmi, per un'ora in panchina Pastore, il campione più illustre della formazione. Ma quello che realmente pesa di più è il tocco maldestro di Zamparini, autolesionismo puro il congedo da un tecnico di grande bravura come Delio Rossi, ripreso ieri in tarda serata. Le disgrazie, il Palermo se le è cercate, a partire dal padre padrone, che pure un minimo di esperienza dovrebbe averlo maturato. Mischia gigante nella palude della bassa classifica, invischiate squadre attese a più nobili traguardi, come il Parma (onore all'orgoglio del Bari) e la Sampdoria, che si aggrappa ai piccoli passi, vedi l'annunciato pareggio bianco di Verona.

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