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Riscatto e veleni

Edy Reja, allenatore della Lazio

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C'è il Cesena alle porte: stadio Olimpico, ore 18. Ma non si riesce, non si può parlare solo di questo. Perché quella appena passata «è stata una settimana difficilissima», perché il quarto derby perso ha lasciato scorie pesanti nello spogliatoio biancoceleste. Tanto che anche un tecnico pacato come Reja non resiste al gioco delle recriminazioni e tira una stoccata alla Roma: «I nostri tifosi devono essere fieri, perché i nostri 51 punti sono stati ottenuti tutti senza favori. Non so se questo si possa dire anche per altri. La Roma? Sì, centrano anche loro in questo discorso». La frase, detta al termine della conferenza prepartita, aizzerà nuove polemiche. Fino a quel momento, il tecnico della Lazio era sembrato più dimesso del solito, con una serie di dichiarazioni a «doppia velocità», quasi sapesse di essere di fronte a un bivio, di avere il 50% di probabilità di rimanere a Roma. Da un lato aveva suonato la carica: «Abbiamo lasciato per la prima volta la zona Champions ma non è finita qui, i 4 derby persi non possono mettere tutto in discussione». Dall'altro aveva spiegato che eventualmente l'Europa League non dovrebbe essere accolta come un fallimento, «perché è l'obiettivo chiesto dalla società a inizio stagione». In alcuni frangenti ha parlato da allenatore in pectore anche per l'anno prossimo: «Da febbraio 2010 abbiamo pianificato una crescita graduale, con l'aggiunta di alcune pedine il campionato venturo potremo puntare in alto». In altri è sembrato anticipare un congedo: «Qualcosa coi tifosi si è rotto nella partita con l'Udinese, quando mi hanno fischiato per un cambio, Kozak per Zarate, che poi si sarebbe rivelato decisivo». Frattura col tifo acuita proprio dal derby. Reja lo sa e si assume le sue responsabilità: «Personalmente sono mortificato per i 4 derby persi. I primi tre li avevamo giocati bene, stavolta no». Ma c'è un finale di campionato da scrivere: «Il calendario è difficile, ma dipenderà tutto dalla nostra condizione. Certo, io speravo di recuperare qualcuno, e invece siamo sempre costretti a fare la conta degli assenti». L'ultimo è Brocchi, 38 di febbre. Via dunque a una formazione d'emergenza. Sarà 4-3-1-2. Difesa con Scaloni, Biava, Dias e Garrido, al debutto da titolare. A centrocampo Gonzalez, Matuzalem e Mauri, anche lui al rientro dall'inizio dopo una lunga assenza. Hernanes trequartista dovrà ispirare Zarate e Sculli, con Kozak confinato in panchina in compagnia di tanti rincalzi e del giovane Ceccarelli. L'emergenza, però, non dovrà essere un alibi: «Chi scenderà in campo darà il massimo - conclude l'allenatore - dobbiamo rialzarci subito e la nostra classifica non ci permette altri passi falsi». Cesena permettendo.

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