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Lazio, basta Sculli

Sculli abbracciato dai compagni di squadra

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{{IMG_SX}}La Lazio non molla l'osso, batte nel posticipo il Palermo e si tiene stretto il quarto posto che vale i milioni della Champions. Doppietta di Sculli ispirata da uno stratosferico Ledesma e i biancocelesti rispondono alle vittorie di Roma e Udinese mantenendo il vantaggio sulle inseguitrici. Ora il derby con la voglia di continuare a lottare per il traguardo europeo. Reja schiera una Lazio molto offensiva con Floccari riferimento avanzato e tre incursori come Zarate, Hernanes e Sculli. La novità è Scaloni al posto dell'incerottato Lichtsteiner. Sull'altro fronte la rivoluzione targata Cosmi partorisce un 3-5-2 con Hernandez e Pastore in avanti e Ilicic arretrato sulla linea dei centrocampisti. Prima lo show di Olympia che lascia senza parole anche i pochi tifosi palermitani (tra l'altro anche i rosanero hanno come simbolo l'aquila) poi il fischio iniziale di Gava davanti a 25.000 spettatori infreddoliti. Si parte con la Lazio all'assalto e il Palermo che è ancora sotto l'effetto del cappotto preso dall'Udinese. Già al 3' Sculli si presenta tutto solo davanti a Sirigu ma l'assistente Ayroldi ferma tutto per un fuorigioco inesistente. È la prova generale del vantaggio: stavolta Ledesma recupera il pallone e lancia nel corridoio l'ex genoano che fa secco il portiere della nazionale italiana. Fa 1-0, meritato perché gli ospiti sono fermi, annichiliti dalla partenza fulminante dei laziali. Poco dopo il quarto d'ora il raddoppio in fotocopia: sempre il capitano a lanciare Sculli che di testa beffa l'incerto Sirigu: 2-0 e Cosmi infuriato per il nuovo errore della sua difesa anche se la rete sembra viziata da un leggero fuorigioco dell'attaccante laziale. Dopo una ventina di munuti il Palermo scopre il lato debole di Reja: Scaloni viene lasciato solo contro Balzaretti e Pastore e allora si rischia, tanto. Anche perché Zarate si disinteressa della fase difensiva e sbaglia troppo anche in contropiede. C'è bisogno di Muslera per bloccare i palermitani che sfondano sempre sulla destra: prima un tacco di Hernandez finisce fuori di nulla, poi Pastore di testa gira all'incrocio dei pali ma trova le manone del portiere biancoceleste. Reja prova a spostare Sculli mandando Zarate a sinistra ma il prodotto cambia poco, servono correttivi tanto che, quando Gava fischia la fine del primo tempo, è una liberazione per l'Olimpico che vuole il doppio vantaggio al riposo. La ripresa comincia con il cambio di Cosmi: fuori lo stralunato Andelkovic, dentro Liverani a dettare i tempi con Migliaccio arretrato sulla linea difensiva. Pochi secondi e Sculli si ferma per una reazione allergica alla vernice della linea laterale (incredibile!), Reja ricorre a Gonzalez per arginare Balzaretti e coprire una squadra che sembra troppo sbilanciata. Minuto 16 della ripresa, una novità: Zarate libera la sua area di rigore di testa e si prende gli applausi del suo stadio per una giocata tanto inusuale quanto a lungo attesa per lo spirito di sacrificio mostrato. Si va avanti con tanto possesso palla del Palermo e la Lazio che aspetta senza affondare mai di rimessa. Reja cambia anche Hernanes, stanchissimo per Bresciano, ex col dente avvelenato. Ledesma «pizzica» i pugni di Sirigu su punizione, Zarate prova a tenere su la squadra quando il Palermo prova il pressing finale, ci sarebbe anche un rigore per fallo di Munoz su Floccari ma Gava, incerto nel secondo tempo, ignora l'intervento falloso. Finisce senza acuti e con tre punti pesanti per la banda di Reja: bene così.

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