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Faccia di bronzo

Federica Pellegrini agli Europei di nuoto di Budapest

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Con tutta la Fede di questo mondo, di più proprio non si poteva. Alla prima partecipazione internazionale sul terreno infido e sconosciuto degli 800 sl, Federica Pellegrini si aggiudica un bronzo che ha mille significati oltre la semplice conquista di un alloro europeo. Il primo, il più importante di tutti, è racchiuso in quel bacio lanciato verso il cielo appena dopo il tocco della piastra. Federica ha fatto tutto per lui, per quell'Alberto Castagnetti che l'aveva spinta verso la sfida del mezzo fondo, per quell'allenatore che è stato anche un padre e che l'ha lasciata senza mai lasciarla veramente. Federica la sfida degli 800 l'ha raccolta quando Alberto già non c'era più e allenarsi e faticare e sacrificarsi in quello che non le viene propriamente naturale, la fa sentire vicina al suo grande indimenticabile maestro.   «Sono molto contenta - dice Federica ancora col fiatone - sono arrivata ad un bronzo che speravo di raggiungere senza pensare veramente di farcela. Alberto era convinto che questa distanza potevo nuotarla naturalmente, che fosse nelle mie caratteristiche. Per ora invece mi vengono ancora difficili, anche se sono migliorata ben 3 secondi». La Pellegrini scende in acqua in corsia 2 e prende come riferimento la campionessa olimpica Rebecca Adlington. L'azzurra tiene il ritmo dell'inglese ma percepisce che le atlete più in forma sono altre. La danese Friis, la francese Etienne e la giovane rivelazione Murphy tengono un altro passo e perdere contatto dalla testa potrebbe essere fatale. «Ho deciso di mettermi in scia della Adlington poi quando ho capito che l'inglese arrancava un po' ho fatto la mia gara». Ai 600 metri la Pellegrini rompe gli indugi e visto che mancano 200 metri alla fine si scorda di nuotare un 800 e ingrana una marcia alta. «Verso la fine della gara l'occhialino sinistro mi si è riempito d'acqua e mi sono resa conto che era il momento di chiudere gli occhi e dare tutto».   Nell'ultimo 100 Fede fa scattare la scintilla, l'irlandese Murphy le sfila accanto e se la Friis e la Etienne sono irraggiungibili, il bronzo no, quello è suo di diritto. «È un bronzo che mi gratifica, raggiunto al mio primo tentativo. Avere davanti nuove sfide è sempre bello ma le pressioni ci sono e anche il rischio perdere qualche energia emotiva». Il cammino di Federica negli 800 sl è appena cominciato e la condurrà dritta verso i Giochi olimpici di Londra. Castagnetti pensava per lei ad un programma gare che prevedesse quattro distanze sullo stile libero (100-200-400-800) e soprattutto quattro storiche medaglie d'oro. Lei ce la metterà tutta e, c'è da giurarci, ancora una volta lo farà pensando ad Alberto, al suo grande indimenticabile maestro.

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