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Italia, così proprio non va

Fabio Cannavaro dopo il match con la Nuova Zelanda

Lippi: "Nessuna paura"

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E siamo lì di nuovo a far conti per capire a quale santo appellarci per ipotizzare l'Italia campione del mondo agli ottavi di finale in Sudafrica. Lippi sbaglia tutto e continua a non farsi capire dai suoi. O parla un'altra lingua, o non è chiaro nelle spiegazioni con gli azzurri che fanno esattamente il contrario di quanto professato dal ct. Lippi alla vigilia aveva parlato di un'Italia pronta, annunciato l'arrivo dei gol e detto ai suoi di stare attenti ai calci piazzati. Risultato? Abbiamo preso gol dopo sette minuti su punizione (secondo su due reti incassate: male Marchetti, peggio Cannavaro), di tiri in porta poco o niente e gli azzurri sono sembrati più pronti a tornare a casa che a proseguire il cammino verso Johannesburg. Il tecnico paga le sue scelte, continua a far soffrire una squadra che non riesce a giocare in maniera naturale e soprattutto non segna. Eppure nella lista dei convocati c'è gente che nel campionato italiano, da tutti o quasi considerato il più tosto del mondo, segna... e tanto. Il numero è 80: somma delle reti realizzate da Di Natale, Iaquinta, Gilardino, Pazzini e Quagliarella nella stagione appena conclusa. Tolto lo stress del Sudafrica il risultato è 1: il gol di Iaquinta per altro su rigore, oltre a quello di De Rossi (un centrocampista) che ha tenuto in vita l'Italia contro il Paraguay. Quindi? Non sarà mica colpa delle infernali vuvuzelas? Impensabile. No, il problema semmai è che questa squadra ha sì trovato in De Rossi il leader naturale che mancava dopo l'uscita di Pirlo, ma non ha ancora capito chi e come deve costruire il gioco. Il buon Montolivo, seppur cresciuto rispetto alla prima uscita col Paraguay, non può da solo caricarsi sulle spalle l'onere di portare l'Italia in porta. La verità è che c'è, sempre e solo, un responsabile di tutto questo: si chiama Marcello Lippi e poco importa se poi non ci consentirà di salire sul suo carro (?) qualora gli dovesse andar di nuovo bene. Prendiamo il rischio di restare a piedi ammesso che il torpedone azzurro dovesse mai arrivare a destinazione. Ma la squadra non ha gioco e le sue scelte, anche quelle relative agli uomini che ha portato in Sudafrica, al momento si sono rivelate tutte sbagliate. Marchisio? Impresentabile, soprattutto in quel ruolo. L'attacco? A secco vero, ma se il gioco arriva tutto dalle fasce esterne, improbabile che Gilardino, Iaquinta o Pazzini che sia, riescano a prendere il pallone contro difensori tutti abbondantemente sopra il metro e novanta come quelli neozelandesi. E i cambi? Anche lì Lippi ha mostrato di essere in confusione. Ha tirato fuori Pepe tra i migliori nella prima parte di gara, per l'ombra di Camoranesi: anche lui imbarazzante. E poi messo dentro Pazzini per Gilardino: stesso effetto visto che al doriano, così come al collega viola nel primo tempo, non è arrivato un pallone giocabile. Per non parlare del modulo. prima 4-4-2, poi 4-2-3-1, quindi nuovamente 4-4-2, quello che al momento sembra far meglio a questo gruppo ancora in cerca di un'identità. Insomma Lippi a un certo punto ha dato i numeri. Intanto qualcosa l'abbiamo vinta ieri: la palma d'oro per essere i primi in questo mondiale a non aver subito nemmeno una frattura del naso contro i neozelandesi che fin qui avevano fatto strage. Anche ieri gomiti alti, sempre, su tutti i palloni, con il modesto guatemalteco Batres avaro di cartellini gialli, figuriamoci di rossi. Ma non può essere un alibi per questa Italia modesta. Ora la Slovacchia: sarà un'altra battaglia ma stavolta serviranno altri guerrieri... e un condottiero più lucido. Ma soprattutto bisognerà vincere una partita!

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