Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Le africane giocano in "casa" Occhio a Serbia e Uruguay

Didier Drogba

  • a
  • a
  • a

Nel vasto mare nel quale stanno per avventurarsi trentadue squadre laureate da impegnativi tornei di qualificazione (da qualche tempo neanche i campioni in carica sono promossi di diritto), le mine vaganti sono numerose: e pericolose come suggerisce il loro nome. A partire dalle africane che giocheranno nel continente amico e possono contare su campioni affermati come Drogba ed Eto'o. Scremato lo scenario da figuranti francamente improponibili, azzardo poi Nuova Zelanda, Australia, forse anche Svizzera e Honduras, in sottordine le due Coree e la declinante Grecia di Rehhagel, più di una formazione è in grado di giocare scherzetti pesanti a protagoniste attese, provocando magari anticipati rientri in patria con corollario di pernacchie e insulti. Curioso che tre di queste possibili sorprese figurino nello stesso girone, cioè Uruguay, Messico e Sud Africa in ordine di merito, posizione poco privilegiata per i francesi sulla strada verso gli ottavi. L'Uruguay, forza storica del calcio mondiale, è tornato a buoni livelli dopo qualche stagione deludente, in prestito dal campionato italiano eredita Muslera, Cavani, Caceres, Gargano e soprattutto Martinez, dal quale il Catania conta di ricavare buoni cammelli, da tenere d'occhio i collaudati Forlan e Lugano, ma anche il giovane Suarez dell'Ajax. Il Messico ha preso a schiaffi gli Azzurri e non aveva sfigurato neanche contro Inghilterra e Olanda. Piace molto Juarez, centrocampista dei Pumas, sono una garanzia Vela dell'Arsenal e i fratelli Dos Santos, scuola Barcellona. Ritagli di spettacolo può ancora regalare l'immortale Cuauhtémoc Blanco, che sa applicare al calcio i giochi di prestigio. Mai da sottovalutare, infine, chi gioca in casa, specialmente se chi li guida è un vecchio drago plurititolato come Carlos Alberto Parreira. Certo, i nomi non sono molto significativi, ora che Benny McCarthy è stato rispedito a casa, ma i sudafricani la loro avventura vogliono giocarsela con moltiplicato impegno. Tra tutte le possibili sorprese, mi piace tuttavia mettere in primo piano la Serbia di Antic, ricca di talenti autentici, a partire dagli esterni Ivanovic e Kolarov per finire a Vidic, puntello dell'United, al vecchio amico Dejan Stankovic, a Pantelic, al conteso Krasic. Può ritagliarsi spazi anche il Cile, guidato da una volpe collaudata come l'ex cittì argentino Marcelo Bielsa, possibilità di ribalta per due «italiani» di sicuro talento, come Isla e soprattutto Alex Sanchez, perle dell'Udinese.

Dai blog