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Vettel arriva primo Ferrari in rimonta

Sebastian Vettel

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Non è un tipo banale, Sebastian Vettel. Per vincere la sua terza gara in carriera, la prima sull'asciutto, ha scelto un Gp molto particolare, per tanti motivi. A Silverstone si disputò, il 13 maggio del 1950, la prima gara di Formula Uno, mentre quella di ieri potrebbe essere il commiato dallo storico circuito che l'anno prossimo dovrebbe essere rimpiazzato da Donnington Park. Ma il Gp dominato dalle Red Bull potrebbe essere ricordato anche come il primo a essere disputato dai team come «separati in casa», con le scuderie storiche ormai decise a fare i bagagli e salutare la Formula Uno. Infine, il tedesco è andato a conquistarsi il trionfo proprio in casa del principale candidato al titolo, quel Jenson Button che da ieri ha molte certezze in meno sulla strada che dovrebbe condurlo al Mondiale. E proprio questa la domanda più importante da farsi dopo il Gran Premio d'Inghilterra. La Red Bull di Vettel è davvero capace di riaprire un Mondiale che sembrava in naftalina? A quanto si è visto ieri, l'ipotesi non è remota. Le due vetture della scuderia austriaca hanno dominato la gara infliggendo alle presunte «extraterrestri» Brawn Gp distacchi impressionanti. Dopo i primi dieci giri Vettel aveva già quasi dieci secondi di vantaggio su Barrichello mentre Button annaspava nelle retrovie, senza riuscire ad attaccare chi lo precedeva a eccezione di un Massa protagonista di un'escursione sull'erba. Le cose non cambiavano dopo il primo pit stop, con Webber che rientrava in pista davanti a Rubinho e riusciva a chiudergli la strada e a staccarlo nonostante le gomme non ancora in temperatura e la macchina molto più carica di benzina. Insomma, le modifiche apportate dal mago Adrian Newey hanno reso la Red Bull ancora più competitiva di quanto non fosse. Una rondine non fa primavera, ma alla Brawn dovranno riflettere sul perché il leader del Mondiale Button alla fine sia arrivato sesto dietro anche a Massa e Rosberg, oltre ad aver mangiato a lungo la polvere dietro Raikkonen. Solo negli ultimi giri Jenson ha trovato il ritmo giusto, ma senza mai lo spunto necessario per guadagnare posizioni. Persino le Ferrari davanti alle Brawn, si diceva. Quando tutto sembrava volgere al nero, così come il cielo su Silverstone, le Rosse hanno piazzato una zampata d'orgoglio inaspettata. Massa e Raikkonen sono partiti subito forte, scalando diverse posizioni nelle prime curve. Poi il brasiliano ha sfruttato a dovere il serbatoio carico per accumulare giri veloci quando gli altri si fermavano per i pit stop. Felipe ha così chiuso ai piedi del podio, non lontano da Barrichello, mentre Kimi ha un po' perso mordente durante la gara difendendo con le unghie un punticino mondiale dall'assalto di Glock. Fuori dalla pista l'ormai noiosa telenovela Fia-Fota fa registrare l'ennesima sequela di dichiarazioni divergenti, con Mosley che parla di «accordo vicinissimo con i team» e questi ultimi che smentiscono seccamente. Tra tanti dubbi, almeno una certezza: mercoledì si tiene il Consiglio Mondiale della Fia. Sarà in quella sede - ma in questa storia i «se» sono sempre d'obbligo - che verrà segnato il punto di non ritorno. Pace o divorzio con la terza ipotesi - sfiducia della Federazione a Mosley - che è quella che intriga di più.

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