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Berlusconi scarica Ancelotti: è stata tutta colpa sua

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Esempre su questioni scottanti, allontanamenti in vista che si stanno per verificare. Stavolta niente Bulgaria né Santoro: c'è l'Egitto, la meravigliosa Sharm el Sheik, e allora il presidente Belusconi parla di calcio, più nello specifico di Milan. Del suo Milan, presente e futuro. Quello che ormai, è quasi certo, non prevede Ancelotti in panchina. Già più che tentato in prima persona dal Chelsea di Abramovich, che sentite le ultime, reiterate smentite ha mandato degli emissari a Milano per tastare il polso della situazione, adesso viene in pratica scaricato dal premier, che l'ha additato come responsabile unico per lo scudetto perso, in quanto «con gli uomini che ha il Milan – ha sottolineato Berlusconi -, noi potevamo tranquillamente tenere testa all'Inter». E invece niente. Galliani cerca in tutti i modi di smorzare la forza della dichiarazione. Anche con un colpo di mano, come quando durante la conferenza stampa di Ancelotti a Tirana, dove il Milan si è recato per giocare un'amichevole - successo ai rigori per 8-7 dopo il 3-3 ( in gol Ronaldinho, Shevchenko, Inzaghi) nei 90 minuti - Galliani alla domanda su cosa pensasse Ancelotti di questo attacco gli leva il microfono e spiega che «a questa domanda rispondo io. Non ho ancora avuto modo di parlare con il presidente Berlusconi». E allora? Bisogna aspettare, ma di sicuro non troppo. Perché l'offerta di Abramovich (5 milioni a stagione fino al 2013) è pronta da un pezzo, e le alternative a Carletto (Rijkaard e Advocaat, sponsorizzati dal compatriota olandese Hiddink) non mancano. Dall'altra parte c'è il forcing finale del Milan, con Kakà che si aggiunge alla lista e si augura che «i futuri progetti del Milan possano comprendere anche Carlo Ancelotti». Deciderà lui del suo futuro, così come fare anche Ronaldinho. Deluso dalle troppe panchine, e già conteso a suo di milioni da Flamengo e San Paolo. Anche dalla scelta di Ancelotti dipenderà il suo futuro.

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