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Trasparenza e schiettezza pagano sempre

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Sarebbequasi inutile, perfino agli occhi dei tifosi che il loro malumore lo hanno espresso in termini apprezzabilmente civili, azzardare una graduatoria delle responsabilità per il fallimento di questa stagione romanista, responsabilità alle quali per altro nessuno è in condizione di sottrarsi. Altre cose stanno a cuore al popolo gialorosso così crudlemente deluso, in prima fila quella chiarezza invano invocata, non ha mai aiutato nessuno l'elusivo silenzio che circonda tutte le disgraziate vicende attuali. Un tacito «no comment» del quale resta problematico individuare le origini, si può parlare di vicende societarie anche senza contraddire le imposizioni delle regole bancarie a un club quotato in borsa. Sorprende questa insistita renitenza a fornire spiragli di luce: che non devono per forza avere segno positivo, la gente prenderebbe atto anche di una situazione senza uscita, in assenza di possibili alternative. Ma non si può navigare al buio verso l'approdo alla prossima stagione, dimenticando che i tifosi costituiscono il solo reale apporto alla sopravvivenza, quando la dirigenza latita, il tecnico lancia inquietanti segnali di distacco e relativa chiusura di un ciclo a lungo esaltante, i giocatori hanno perduto energie in modo allarmante e soprattutto autostima. Nei momenti critici, il ricorso alla cementata solidità dello spogliatoio aveva risolto problemi non irrilevanti, amicizia e concordia avevano cominciato a dissolversi quando a Roma era arrivato qualche costoso rinforzo, con emolumenti ben più sostanziosi rispetto a tanti protagonisti dei momenti di gloria. L'alibi dei tanti infortuni è labile, perché in realtà ogni guaio fisico è stato gestito nel modo più goffo, con recuperi affrettati e ricadute fragorose. Fermo restando l'affetto nei confronti della famiglia Sensi, è giusto che i tanti appassionati romanisti si guadagnino parole non equivoche, i continui rimandi agli eventuali bilanci di fine stagione rappresentano l'ennesima presa in giro. Anche chi si rifiuta di riflettere, sa benissimo che in quel momento qualsiasi mossa risulterà fatalmente tardiva.

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