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Lotito: "Tutti in ritiro e blocco gli stipendi"

Claudio Lotito

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«Non si può perdere così, si può perdere ma devi lottare. Loro non mi conoscono, adesso cambio». Lotito presenta il conto alla sua squadra anche se lo sfogo appare tardivo. Del resto il segnale che il gruppo stesse perdendo compattezza era abbastanza evidente ma il presidente della Lazio lo ha sottovalutato fino all'esplosione di ieri. Quindi, tutti in ritiro e minaccia, peraltro non è la prima volta, di bloccare il pagamento degli stipendio finora regolare. Il numero uno biancoceleste - a Milano per un workshop sugli stadi modulari, alla presenza del presidente del Coni Petrucci, di quelli della Federcalcio Abete e della Lega Matarrese, e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Crimi - spara a zero sulla squadra: «A Siena non prendono stipendi da quattro mesi? Io sono stato sempre puntuale coma la morte, ma adesso cambio». Nel pomeriggio di ieri la squadra si è trasferita a Norcia dove resterà in ritiro per preparare il derby di sabato prossimo all'Olimpico. Si era pensato anche a Città delle Pieve, piccolo centro umbro, alla fine si è scelto il posto dove sei anni fa la Lazio aveva preparato il campionato che poi l'avrebbe portata alla vittoria della Coppa Italia con la gestione Longo-Baraldi. Sarà un soggiorno blindato che i giocatori hanno gradito pochissimo. Non perché contestino la decisione del ritiro ma perché avrebbero preferito restare a Formello dove però c'era il timore della contestazione dei tifosi. Potrebbe esserci anche un problema climatico visto che la temperatura massima a Norcia è di 13 gradi mentre sabato poemriggio si rischia di giocare una partita decisiva verso i 25 gradi ma la scelta è caduta lo stesso sul centro umbro a ridosso delle montagne molto vicine alle zone interessate dal terribile sisma dell'altra notte. Tant'è, Rossi e il suo staff hanno scelto Norcia, forse anche per scaramanzia, con il tecnico riminese che da queste parti aveva cominciato la stagione che portò la Lazio all'inattesa Champions League. Di certo il clima all'interno della squadra non è idilliaco anche se nessuno si tirerà indietro nel derby contro la Roma tantopiù dopo la sconfitta dell'andata. Oltretutto i tifosi potrebbero studiare una settimana di stop alle contestazioni aspettando una reazione d'orgoglio nel derby. Delio Rossi, che, nel dopo match a Siena, aveva ammesso «Abbiamo scelto il modo peggiore per preparare una partita come questa, ma sappiamo che si cade e poi ci si può rialzare. Questa è una squadra che ha già dimostrato di avere la forza per reagire a questi momenti». Una ventata di ottimismo, la voglia di arrendersi di fronte alla realtà di un'altra stagione anonima a meno di una clamorosa impennata in Coppa Italia ma sarà difficile ritrovare in pochi giorni schemi di gioco e motivazioni che avevano consentito alla Lazio di disputare un ottimo girone d'andata chiuso con 31 punti. Poi il lento inesorabile crollo fino alla vergognosa prova di Siena in una giornata che ha anche celebrato la consacrazione di un giovane aquilotto, Federico Macheda, volato a Manchester. Al di là delle parole legittime di Lotito lo scippo di Macheda e quelli successivi mettono in discussione la politica del settore giovanile. Altro che moralità oppure la solita storia su Bikila, servono volti nuovi in società, dirigenti di livello per rilanciare il club e riportarlo a buoni livelli.

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