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Ferrari che legnata

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Il fattore «B» rivoluziona la Formula Uno. E così, dopo aver dominato prove libere e qualifiche, le Brawn Gp di Button e Barrichello hanno dettato legge anche in gara, regalandosi all'esordio una doppietta che, forse, segna davvero l'inizio di una nuova era per il mondo delle monoposto. Button primo, Barrichello secondo, all'arrivo così come sulla griglia di partenza. Ma la classifica non inganni: la gara di Melbourne è stata ricca di colpi di scena, e lo stesso Rubinho sarebbe rimasto fuori dal podio se Vettel e Kubica, in lotta per la seconda posizione, non si fossero toccati eliminandosi a vicenda a tre giri dalla fine. Ne ha approfittato anche Hamilton, che partito 18° era riuscito a risalire fino al quarto posto, poi trasformato in terzo dai commissari a discapito di Trulli, che lo aveva superato in regime di Safety Car. Per l'inglese campione del mondo, considerate le premesse, un risultato straordinario. Anche perché la Corte d'Appello Fia, il 14 aprile, potrebbe squalificare le tre scuderie con i diffusori sospetti e regalargli, di fatto, la prima vittoria stagionale. E le Ferrari? Un disastro. Altro che affidabilità, altro che ritmo gara. Sia Massa che Raikkonen si sono ritirati per problemi tecnici. Una circostanza che, in un Mondiale dove i motori devono durare tre gare, appare preoccupante. Eppure le premesse non erano state cattive. Complice un'incertezza di Barrichello alla partenza, Massa e Raikkonen si erano portati al terzo e quinto posto, mentre davanti Button e Vettel facevano il vuoto. Nulla cambiava dopo il primo pit stop, ma Massa era costretto a effettuare il secondo in largo anticipo, finendo estromesso dalla lotta per i punti. A 12 giri dalla fine poi il brasiliano ha alzato bandiera bianca per un problema alla direzionalità della sua F60. Raikkonen, invece, è prima andato in testacoda. Poi, quando le sue prestazioni sembravano essere al livello di Button, si è fermato per un problema al differenziale. A regalare l'ultimo colpo di scena è stato il duello Vettel-Kubica al terz'ultimo giro, con il polacco della Bmw abbondantemente più veloce e che sembrava in grado di riprendere anche Button. Vettel ha tentato di difendersi in ogni modo e i due si sono toccati finendo fuori. La Safety Car ha quindi accompagnato le vetture fino al traguardo. Un finale «congelato» che non ha reso giustizia a un gran premio davvero spettacolare. Ecclestone può ritenersi soddisfatto: le novità tecniche, a partire dal Kers, hanno creato bagarre e permesso più sorpassi, e il campionato, se si escludono le Brawn, sembra più livellato. Se, però, l'intento del patron del circus era anche quello di restituire priorità all'uomo sulla macchina, qualcosa è da rivedere: i piloti sono sembrati in balìa di monoposto che, in virtù di gomme supermorbide che si deterioravano nel giro di poche tornate, cambiavano prestazioni a ogni pit stop. L'impressione è stata quella di un'estensione dei test invernali. Fra sette giorni c'è la Malesia, le Rosse sono chiamate al riscatto.

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