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Rossi incredulo «Troppo brutti per essere veri»

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.Quasi una premonizione quella di Rossi che aveva in ogni modo cercato di riportare tutti con i piedi per terra: non è bastato. E allora l'allenatore di Rimini si ritrova a commentare la quinta sconfitta casalinga e l'ennesima occasione gettata al vento per salire sul treno che porta in Europa. Rossi non non cerca alibi, nè per se stesso nè per la sua squadra. «Queste sono partite che nascono male e proseguono peggio - spiega a fine partita il tecnico biancoceleste - dobbiamo capirne il motivo. Questa squadra deve crescere perchè non si possono fare alcune gare di alto livello e altre di così basso livello. È stata una partita sbagliata, è necessario fare un mea culpa generale, il Chievo ha vinto meritatamente». La Lazio ha fallito l'ennesimo esame di maturità perdendo l'occasione di vivere un finale di stagione carico di entusiasmo e adrenalina: dopo tre vittorie consecutive si torna con i piedi per terra. Due gol in un minuto, dal 27' al 28' del primo tempo, hanno tagliato le gambe ad una squadra che, puntualmente, ha fallito nei momenti cruciali dell'anno. «La reazione c'è stata ma è stata confusa - sottolinea il tecnico laziale - è stata una partita in cui tutti hanno giocato male. Al di là della qualità delle altre squadre, è la Lazio che deve crescere. Potremo recitare la nostra parte soltanto giocando in un certo modo, se continueremo ad andare a corrente alternata, non andremo da nessuna parte». Analisi dura, spietata ma quantomai realistica: i rimpianti e le recriminazioni aumentano con il passare dei mesi. «Mi auguro sia un black out, come prestazione e risultati siamo tornati indietro. Voglio parlare con i ragazzi perché siamo stati troppo brutti per essere veri». Infine un commento alle dichiarazioni di Emilson Cribari, particolarmente turbato dopo la sostituzione. «L'ho visto particolarmente stanco, non riusciva più a salire. Vuole andarsene? Onestamente non so nulla, sono molto sorpreso. Evidentemente c'è qualcosa che non quadra. L'arbitro? Non dobbiamo arrampicarci sugli specchi».

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