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Una Lazio ormai indifendibile

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Dieci gol incassati in tre partite, tutte perse. Stavolta con un pizzico di sfortuna perché il gol sbloccatutto di Pato è viziato da un fuorigioco in partenza e il primo tempo è stato dignitoso. Poi, però, non c'è stata partita. Il Milan vola a -6 dall'Inter, la Lazio nell'anonimato di un campionato mediocre. Rossi recupera Meghni e rilancia Matuzalem dal primo minuto dopo un girone intero. In attacco la coppia Zarate-Pandev, dietro invece scelte obbligate: la squalifica di Lichtsteiner riapre le porte della prima squadra al giovane De Silvestri. Ancelotti sceglie la formula meno offensiva e inserisce Bechkam al posto di Ronaldinho. C'è Seedord dietro ai due attaccanti Pato e Kakà. Fischia Rizzoli di fronte a 45.000 spettatori. Si parte con la Lazio all'assalto e il Milan che aspetta l'occasione giusta per colpire. Matuzalem dà sostanza al centrocampo e davanti Zarate è ispirato. Meghni inventa ed è pronto a disturbare Pirlo quando entra in possesso di palla. Il primo pericolo è però rossonero: Jankulovski si beve Ledesma ma si lascia ipnotizzare da Muslera. La squadra di Ancelotti, però, non entra subito in partita e così la banda di Rossi comincia a martellare. Una punizione alta di Zarate apre quindici minuti di fuoco per Senderos e Bonera. Pandev in girata sfiora il vantaggio, lo stesso argentino si presenta davanti ad Abbiati ma il portiere milanista è bravissimo a uscire sui piedi dell'attaccante laziale e sulla respinta sempre Pandev colpisce l'esterno della rete. È un presagio negativo che si materializza poco dopo. Minuto 42 di un primo tempo dominato dalla Lazio, Beckham (in fuorigioco) scappa sulla sinistra dopo l'errore grave di Pandev sulla ripartenza, assist al bacio per Pato e gol milanista. Irregolare ma Rizzoli e soprattutto l'assistente Papi non si accorgono della posizione di partenza dell'inglese davanti ai difensori laziali, seppure di una decina di centimetri. Tant'è, Milan in vantaggio con l'aiutino e per fortuna che qualche secondo dopo Papi si riprende e annulla il raddoppio di Pato, ancora in fuorigioco. Finisce male il primo tempo ma la Lazio ha poco da rimproverarsi se non qualche errore in attacco. Nella ripresa però la doccia gelata: cross di Beckham (destro delizioso) e Ambrosini di testa, dopo essersi liberato di Siviglia, colpisce indisturbato. Siamo solo al secondo minuto e il Milan raddoppia con la complicità dei difensori laziali che assomigliano sempre di più ai busti del Gianicolo. Peccato perché fino a quel punto la squadra di Rossi aveva tenuto bene il campo ma ora è davvero dura. Il Milan comincia a far girare il pallone, Pirlo gestisce, Beckham e Jankulovski affondano nel burro della difesa di Rossi. Il pubblico si spazientisce anche per colpa di Rizzoli che interpreta male i falli a centrocampo e non vede un fallo di Kakà su De Silvestri in area laziale (o c'è rigore per fallo di mano del terzino oppure l'irregolarità del brasiliano). In realtà la reazione dei padroni di casa è inesistente e non serve nemmeno l'ingresso di Simone Inzaghi a rianimare la squadra. Anzi sono i rossoneri a sfiorare il tris con Kakà (colpisce anche il palo) e Pato bloccati da Muslera in uscita. Infine lo stesso campione brasiliano fissa sul 3-0 il punteggio finale. Entrano anche Dabo e Kolarov per Brocchi e Radu ma c'è poco da fare. La Nord contesta Rossi, per il tecnico alla terza sconfitta consecutiva è notte fonda ma non si cambia. Per ora ma è crisi. E non si vede la via d'uscita.

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