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È ancora Roma-Inter Pareggio a Catania e giallorossi di nuovo in finale Ultimo atto il 24 maggio allo stadio Olimpico

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Troppo più forti le squadre di Spalletti e Mancini per lasciare spazio alle altre forze del calcio italiano. Domenica il prossimo verdetto in favore dell'Inter, sempre che il Siena non faccia uno scherzetto a San Siro, poi la Roma potrà prendersi la sua piccola rivincita cercando di alzare al cielo la nona coppa Italia della sua storia: solo la Juventus ha fatto tanto. Spalletti dimostra ancora di tenerci eccome ad una competizione snobbata da tutti e guida i suoi alla quinta finale negli ultimi sei anni, la terza consecutiva per lui. Senza Mexes, Juan e Ferrari e con Pizarro acciaccato, il tecnico è costretto a inventare una formazione d'emergenza. Panucci e Cassetti formano la coppia centrale in difesa davanti a Curci, i terzini sono Cicinho a destra e il giovane Antunes dall'altra parte. De Rossi, recuperato in extremis, fa coppia con Brighi in mediana, Perrotta va a sinistra, con Aquilani avanzato a trequarti dietro Vucinic. Mancini, diffidato, parte dalla panchina: l'esterno alto a destra è Giuly. Il Catania ha ben altro per la testa: domenica si gioca la salvezza con la Juventus, poi sarà proprio la Roma a far visita ai siciliani nell'ultimo turno. Zenga spera che quel giorno il discorso scudetto sarà chiuso. L'«uomo ragno» fa turn over e si affida al modulo che dà più fastidio alla Roma: quello con il «rombo» a centrocampo. Ma stavolta la mossa non spaventa la squadra di Spalletti che ha sempre in mano la partita e non dà mai l'impressione di spaventarsi. Dopo un avvio con poche emozioni, al 26' Vucinic scatta sul filo del fuorigioco e conclude male, ma è lo stesso montenegrino a tornare sul pallone e a procurarsi il rigore per fallo di Izco. Stavolta tocca ad Aquilani che spiazza Bizzarri e sblocca la partita. Non segnava da febbraio: un'inizione di fiducia per il centrocampista che insegue un posto agli Europei. E alla fine dei conti sarà proprio Aquilani il più convincente nell'undici di Spalletti. I siciliani hanno una reazione nervosa che li porta subito al pari. Perrotta stende Mascara e rimedia il giallo (Morganti prima estrae il rosso per sbaglio). Il fantasista scodella la punizione al centro, il romano Silvestri (ex giovanili giallorosse) salta più in alto di tutti e supera Curci. Tre minuti dopo il portiere la combina grossa: sbaglia un'uscita e per rimediare all'errore spinge Biagianti. Secondo Morganti è fallo su Curci ma i dubbi restano. Il Catania acquista fiducia ma la Roma è brava ad addormentare la partita fino all'intervallo. L'inizio di ripresa è tutto di marca giallorossa. Aquilani, Perrotta e Vucinic mancano di poco il colpo del ko nel giro di cinque minuti. Zenga cambia Biagianti e Colucci con Baiocco e il giovane Gazzola, nella Roma entra Esposito per Giuly. L'ex cagliaritano ha il pallone buono per chiudere i conti ma il tiro è inguardabile: come la sua stagione. Succede poco da lì alla fine e solo la «generosità» di Vucinic davanti alla porta permette al Catania di non uscire sconfitto. Spalletti, intanto, già pensa alla gara interna di domenica con l'Atalanta: servono tre punti per sfruttare gli eventuali regali del Siena in arrivo da San Siro. Sognare non è vietato.

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