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L'assemblea dell'Aia lo ha preferito all'ex fischietto toscano Nicchi

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Anche per l'Associazione arbitri, come per la Lega Calcio, il nuovo viene dal passato. Cesare Gussoni, 72 anni, ex designatore sino ai primi anni '90, è il nuovo presidente dell'Aia, eletto ieri sera nel corso dell'assemblea di categoria a Tivoli con 173 voti. Gussoni succede al commissario Luigi Agnolin che a sua volta aveva preso il posto di Tullio Lanese, travolto dallo scandalo di moggiopoli. L'unico avversario nell'urna, l'ex fischietto aretino Marcello Nicchi, ha ottenuto 117 suffragi. In pratica Gussoni è stato eletto con il 60% dei voti. Vittoria netta, quindi, ma non plebiscitaria per l'uomo indicato come «presidente ideale della classe arbitrale» dal numero uno della Figc, Antonio Matarrese. Ma al di là delle preferenze del mondo calcistico o della stima di cui gode nella classe arbitrale, Gussoni ora dovrà essere giudicato sui fatti. Intanto con lui sono stati eletti vice presidente Bruno Di Cola (Avezzano) e responsabile del settore tecnico Maurizio Mattei (Macerata), già designatore-traghettatore dopo il «botto» che ha travolto il duo Bergamo-Pairetto. Al di là di un settore da rifondare e rivitalizzare con una adeguata politica dei giovani quadri, cosa peraltro ribadita da tutti gli iscritti intervenuti nel dibattito congressuale, il vero nodo da sciogliere per Gussoni sarà, comunque, quello di ritrovare la «verginità» perduta dagli arbitri per gli sconquassi provocati da Moggi e compagnia. Il lavoro sulla base avrà un efficace ritorno solo se l'Aia sarà in grado di far dimenticare presto il passato. Gli errori in serie in cui stanno incappando fischietti giovani e meno giovani in questa prima parte di campionato non aiutano certo. E allora la questione principale resta quella del «manovratore» della macchina arbitrale. Gussoni confermerà Tedeschi, l'attuale designatore scelto dal commissario Agnolin o si appresta ad un cambio di guardia, magari (come avrebbe fatto Nicchi in caso di elezione) puntando su quel Collina, dai più accreditato come il vero personaggio della svolta, l'unico che goda di stima e fiducia anche da chi il calcio lo vive sulle tribune degli stadi? Per ora sull'ex fischietto viareggino da Gussoni solo una battuta: «Lo chiamerò? Credo di sì ma forse telefonerà prima lui come rappresentante italiano nella Fifa...» «Ora bisogna tornare alla normalità» ha dichiarato il neopresidente, commentando la sua elezione. «Normalità» per gli arbitri vuol dire obbiettività, trasparenza, rispetto delle regole, autorità (e non autoritarismo...), competenza tecnica. A Gussoni l'arduo compito di ritrovare tutto questo.

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