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di RINO TOMMASI L'UNICO aspetto positivo della sentenza buonista del collegio arbitrale ...

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Avrei voluto scrivere che mi è venuta voglia di restituire il passaporto e che mi vergogno di essere italiano ma pur avendo costruito tutta la mia vita, i miei divertimenti ed il mio lavoro sullo sport sono consapevole che probabilmente ci sono aspetti della vita ai quali è più giusto e più opportuno affidare l'orgoglio nazionale. Mi limiterò quindi ad affermare che questa vicenda, dall'inizio alla fine (e soprattutto alla fine) è stata, più ancora del ritiro del Milan a Marsiglia per una lampada che si era rotta e del salto truccato di Evangelisti ai mondiali del 1987, che fino a ieri consideravo le pagine più brutte della nostra storia sportiva, un episodio davvero vergognoso. Come ho detto e scritto tante volte, tutte le volte che ne ho avuta l'opportunità, che dal momento in cui lo scandalo è venuto alla luce attraverso l'illuminante verifica delle intercettazioni non è intervenuto nessun fatto nuovo che giustificasse la modifica dei provvedimenti iniziali. Che potevano anche essere sbagliati, anche perché l'illecito strutturale, com'è stato definito, non aveva precedenti, tanto meno una casistica per cui le penalizzazioni non avevano alcuna base di credibilità. A mio parere c'è un principio che la sentenza definitiva degli arbitri ha stravolto in modo inaccettabile perché è intervenuta a modificare in corsa la classifica del campionato. Al punto che diventa lecito il sospetto che la misura degli aggiustamenti sia stata influenzata dai risultati delle prime otto giornate. Non è stato toccato il Milan per due motivi. Perché l'opinione generale era quella che il Milan fosse stato trattato meglio delle altre squadre, perché alla fine, era comunque in corsa nella Champions ed anche perché in otto turni aveva già perduto tre punti nei confronti dell'Inter e quindi il campionato era diventato meno importante per il club. La Juve sta dominando la B perché il suo organico ed il suo foglio paga non sono paragonabili a quello delle sue occasionali avversarie. Tuttavia è sembrato opportuno non correre il rischio di avere anche nella prossima stagione un campionato senza la Signora. La Lazio, più della Fiorentina, aveva bisogno di essere aiutata per non correre il rischio di una retrocessione. Tuttavia mi accorgo di essere entrato nel labirinto di considerazioni che non avrebbero dovuto influenzare gli arbitri anche se ho il sospetto che lo abbiano fatto. Il punto di partenza, e sul quale insisterò fino alla noia, è che intervenire sulla classifica di un campionato che ha già percorso più di un quinto del suo cammino costituisce una irregolarità ed un precedente che macchiano il nostro sport. Tutto questo, purtroppo, con la benedizione di gran parte della critica. Infatti, nel lungo elenco dei responsabili, che comprende, oltre al Coni, alla Figc, alla Lega ed i giudici che si sono succeduti nelle varie sentenze, c'è anche la stampa che ha creato la premesse psicologiche perché il pasticcio potesse avere una penosa conclusione. Per me è andata malissimo ma non mi sorprende di essere, come spesso mi accade, in minoranza.

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