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di ALESSANDRO AUSTINI È TORNATO a ruggire.

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Contro il Chievo ha compiuto un altro passo avanti. E le perplessità sulle sue condizioni fisiche e mentali sembrano molto più lontane. Con un capitano al massimo, la Roma può sognare in grande, specialmente nel campionato più anomalo degli ultimi anni. Totti lo sa e ci tiene a ricordarlo ai più pessimisti. «Sì, possiamo vincere lo scudetto. Cercheremo - promette il capitano - di arrivare fino in fondo. Il passo falso con il Chievo non ci voleva. Ma noi continuiamo a crederci perché abbiamo i mezzi per lottare fino alla fine». Saranno i tanti campioni che affollano il Salone d'onore del Coni ad ispirarlo. Totti non si nasconde e si affida all'ironia per commentare l'arbitraggio di Roma-Chievo. Un gol subito in fuorigioco e un rigore negato. In tutto fanno due punti in meno. «Capita» dice Totti e poi aggiunge: «Alla Roma capita.... Sulla rete di Pellissier l'assistente non guardava. Forse stava facendo una festicciola con Del Neri». Anche Spalletti ha mal digerito le decisioni della terna arbitrale di domenica. Nell'immediato dopo-gara, il tecnico ha incrociato nel tunnel l'assistente «in rosa» Cini alla quale ha fatto i complimenti per le sue decisioni. Al tempo stesso le ha fatto presente che gli errori del collega Maggiani hanno macchiato indelebilmente la sua prova e quella di Dondarini. Qualcuno, e ti pareva, dà la colpa del pareggio di domenica all'abolizione del ritiro. «Non lo mettiamo in mezzo - dice Totti infastidito - perché non serve a nulla. Anzi, stare a casa il sabato è meglio. Sicuramente continueremo a non farlo». In realtà Spalletti ha lasciato qualche dubbio alla squadra. Nel «patto» stretto a Reggio Calabria è previsto che il ritiro torni in vigore non appena la Roma scivoli sotto il secondo posto. Ma la prova dei giallorossi contro il Chievo è stata ineccepibile dal punto di vista dell'impegno e non ha ispirato alcuna punizione. E poi all'Olimpico arriva l'Ascoli, non il Real Madrid. Oggi pomeriggio i giocatori si presenteranno a Trigoria come se dovessero trascorrere lì la nottata. L'allenatore scioglierà le riserve dopo la seduta ma in realtà avrebbe già deciso: niente ritiro e appuntamento al «Bernardini» mercoledì mattina. La Roma cerca tre punti per dimenticare in fretta le polemiche di domenica e riavvicinarsi al duo di testa. «Il Palermo non mi sorprende - prosegue Totti - perché è una buona squadra. Se sta in vetta significa che se lo merita. Ma non credo che possa vincere lo scudetto: il campionato è lungo. Non mi meraviglia neanche la sconfitta del Milan. Può capitare a tutti». Non capita a tutti, invece, di vincere un Mondiale. «Mi è rimasto dentro il ricordo della vittoria. Essere campioni del mondo non è cosa da poco. Ma ora non voglio parlare di Nazionale». Neanche del Pallone d'Oro: ancora una volta manca il suo nome tra i candidati. «Non mi dispiace. Spero lo vinca Buffon». Totti continua a pensare solo alla Roma e alla sua condizione che migliora di partita in partita. «Sono contento di quello che sto facendo. Più passa il tempo e più le cose vanno meglio. I tanti impegni ravvicinati non sono un problema». Da domenica Spalletti può contare su un'arma in più. «Vucinic è un grande giocatore - assicura Totti - uno che fa la differenza». E al montenegrino, di certo, non mancheranno gli assist.

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