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L'avvocato Gentile smonta l'illecito col Brescia e sorride: «La sentenza? Siamo fiduciosi»

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Vuole riprendersi la serie A, subito. Senza arrivare al Tar. Forte di testimonianze a favore e dei mancati contatti con designatori e arbitri. Il club insiste: «Ci siamo fatti sentire nelle sedi istituzionali per chiedere tutela. Non abbiamo mai tentato, né tantomeno pensato un illecito». La società si giocherà le ultime carte proprio sul filo di lana del processo d'appello: oggi chiuderà la Corte Federale l'arringa dell'avvocato Siniscalchi. Undici punti, quelli della memoria difensiva, che saranno analizzati minuziosamente dal legale. Il club punta sull'assoluzione piena. Gianmichele Gentile professa ottimismo: all'uscita dal Parco dei Principi si è lasciato sfuggire un incoraggiante: «La strada che porta al Tar si allontana». Un segnale decisivo, l'evidenza d'un vento che è cambiato e potrebbe sovvertire la dura sentenza della Caf, che per il momento parla di una condanna alla B con sette punti di penalizzazione. Ieri Gentile ha puntato la controffensiva su due elementi cardini. La composizione della Caf e Lazio-Brescia. In merito al primo punto Gentile ha sottolineato come il procedimento di formazione del collegio giudicante avrebbe dovuto perseguire i criteri di terzietà: «Cosa che non è avvenuta - ha detto Gentile - sono stati nominati sei nuovi giudici dei quali non vi era bisogno e tre di questi sono entrati a far parte della Caf» Su Lazio-Brescia. «Si dice che c'è la telefonata di Lotito; non bisogna vedere il fatto ma il contenuto di questo, come e quando interviene Lotito? Dopo la gara contro la Reggina? In che cosa consiste l'intervento di Lotito? Noi non abbiamo tale intercettazione, ma lo desumiamo dalla telefonata successiva di Carraro che riferisce come Lotito si fosse lamentato dei torti subiti. Lotito in seguito dirà la stessa cosa; la lamentela di Lotito è condivisa da Carraro. Non si parli nella telefonata fra Carraro e Bergamo di toni mafiosi, minacciosi, criptici, o di atmosfera illecita, non c'è nulla di tutto questo. Qualora comunque si ravvedessero degli elementi non chiari, non possano esser attribuiti al mio assistito: non fanno parte del primo segmento quello Lotito-Carraro, ma degli altri successivi (Carraro-Bergamo o Bergamo-Tombolini)». A conclusione dell'intervento del collegio difensivo biancoceleste ha preso la parola l'avvocato Fabio Viglione che ha cercato di smontare il ricorso del procuratore federale Stefano Palazzi riguardo la gara Chievo-Lazio. «Gli atti, secondo quanto stabilito dalla Caf, devono essere concretamente riscontrabili e idonei a realizzare l'illecito», schema non attuabile secondo la difesa alla partita in questione. Poi non esistono rapporti tra Bergamo e l'arbitro Rocchi. In più sono state citate le deposizioni dei giocatori del Chievo, tese a smontare l'accusa, riproposta, del procuratore Palazzi in merito alla sfida con gli scaligeri invece archiviata dalla Caf. La Lazio vuole uscire pulita: la derubricazione dell'illecito potrebbe comportare la fattispecie dell'articolo 9 comma 3, quella dell'illecito presunto. In quel caso il club rischierebbe solo una A con penalizzazione. Nel caso in cui le sensazioni positive raccolte ieri non dovessero tramutarsi in realtà, la Lazio andrebbe avanti. Tar, Consiglio di Stato e Corte Europea, proprio come annunciato una settimana fa da Lotito dopo il verdetto di Ruperto.

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