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Ieri a Valencia ha ottenuto il nono tempo assoluto con 1'12"856 confrontandosi con altre 15 monoposto

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Dopo il testacoda del primo giorno che gli è forse costato una brutta figura mondiale, Valentino Rossi ieri a Valencia è stato più forte non solo della tensione che lo aveva condizionato il giorno precedente, ma anche di piloti collaudati ed esperti come Coulthard, Webber, Wurz. Rossi infatti sulla sua F2004 depotenziata ha ottenuto a fine giornata con 1'12"856 il nono tempo assoluto (l'ottavo secondo i tempi forniti dalla Ferrari). Ma soprattutto ha dimostrato di saperci fare. Lo stesso Schumacher lo ha riconosciuto: «Ha talento». Lo vedresti in Formula 1? «Sì, assolutamente sì». Che all'esordio Vale sia stato ottavo o nono poco importa. Ciò che conta è che il suo può a buon diritto essere considerato un risultato di tutto rilievo se si pensa che mai nella sua vita aveva guidato una Formula 1 sul circuito valenciano, e — soprattutto — mai era stato a diretto contatto con la sensazione di vedersi sfrecciare accanto altri bolidi come il suo. A fine giornata il suo 1'12"85 che gli è valso gli applausi convinti di compagni e avversari. Lo stesso Schumacher parlando a metà giornata aveva detto di Valentino: «Ha talento e una sensibilità tale per la velocità sulle due ruote che può trasferirla sulla quattro ruote. Questione di feeling». Una sorta di investitura ufficiale, tanto più se si pensa che in pista ieri sul «Ricardo Tormo» di Valencia i piloti sono stati ben quindici. D'accordo, i grandi sono ancora lontani. Alonso con la Renault ha segnato il miglior tempo con 1'11"2 davanti alla Honda di Button (1'11"3) e alla Ferrari 248 F1 di Schumacher (1'11"8). Tuttavia per essere all'esordio assoluto la prestazione di Vale ha destato impressione. La stessa Ferrari ha avuto commenti positivi. E poco importa — sostengono i tecnici che lo hanno visto all'opera a Valencia — che dopo quello clamoroso del giorno precedente Valentino sia andato in testacoda un altro paio di volte. Anzi, a ben guardare è da considerarsi un buon segno, perchè rivela la capacità del pilota di cercare il limite. Il Dottore per cominciare la giornata aveva deciso di aspettare che l'asfalto si asciugasse. Così era sceso in pista per la prima volta alle 12.18. Ma era stato sfortunato: alla curva 10 (la stessa che lo aveva tradito il giorno precedente) era stato questa volta Jarno Trulli a sbagliare, e l'incidente aveva portato i commissari a sospendere le prove. Per Valentino solo 2 giri, e altra attesa nei box ad accumulare tensione. Ma alle 12.36, finalmente, nuova uscita in pista e finalmente è test vero: una serie di 9 giri, il più lento dei quali in 1'25", il più veloce in 1'19". La mattinata per lui si è chiusa con 18 giri complessivi e la sensazione di poter far meglio. Sensazione esatta, perchè nel pomeriggio il test di Valentino a Valencia è diventato un crescendo di velocità: una serie di 5, 13, 6 giri, ottenendo di volta in volta una progressione costante: dapprima tornate sull'1'14", poi sull'1'13", per arrivare alle 16.44 a ottenere il suo miglior tempo: 1'12"856. In tutto per lui 52 giri (53 secondo la Ferrari) e la dimostrazione di una crescita costante nonostante una uscita di pista e due testacoda, l'ultimo dei quali alla curva 7 lo ha portato a terminare la sua giornata. «Valentino non ha bisogno dei miei consigli — aveva commentato Schumacher dopo le prove della mattinata — il testacoda di ieri è un errore normalissimo, perchè quando esci nel primo giro le gomme si raffreddano subito e quando la pista è bagnata si scivola come sul ghiaccio. Un testacoda non è un problema. Credo che Valentino abbia un grande talento».

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