Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Cragnotti: i debiti? Non chiedetelo a me

default_image

  • a
  • a
  • a

Sergio Cragnotti sorride e ricorda, animo disteso e aplomb da manager che sa il fatto suo. A tre anni dall'addio, ha ancora piglio energico e volontà di raccontare la verità. Si è sentito abbandonato, Cragnotti. Almeno questo traspare dalle sue parole, sentite, di chi credeva in un progetto chiamato a rilanciare il club, dopo i sette trofei vinti. «Mi dispiace che dopo la scadenza del primo bond Cirio è successo quello che è successo con la Lazio. Il piano ce l'avevo ben presente», sottolinea con enfasi dai microfoni di «Piazza della Libertà», specificando con forza: «Quando abbiamo lasciato la Lazio c'erano 40 milioni di debito con il Fisco, su come si sia arrivati a 150 milioni chiedetelo a chi è venuto dopo di me. Sono stato il precursore di tutto, non c'era nessun fallimento nella Lazio. Sono uscito perché mi hanno detto di uscire. Quando il sistema decide di farti fuori...Il presente? È buona la gestione di Lotito, anche se i tifosi vorrebbero di più perché il club merita di più. Ci vuole pazienza». Il resto fa parte delle emozioni. «Il successo più bello? Lo scudetto, anche per come è arrivato. Poi la vittoria della Supercoppa a Montecarlo. Il colpo più bello invece è stato Vieri, lo sento ancora Bobo». In serata, a Radio Radio, ha invece rivelato: «Nel 2001 mi avevano offerto Adriano e Kakà, ho preso solo Cesar. Pensate se Kakà fosse andato male a Roma...». Fab. Mar.

Dai blog