Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Lomu, un'ora per tornare a sentirsi vivo

default_image

  • a
  • a
  • a

Tanto è durato il ritorno al rugby del giocatore più famoso del mondo sul campo del Calvisano, un paese che il campione ha dovuto cercare sulla cartina geografica ma che, dopo il pomeriggio di ieri, rimarrà nello scrigno dei suoi ricordi più cari. Lomu è arrivato al campo insieme ai suoi compagni con la cuffia del suo cd-player in testa, nelle orecchie la musica preferita. Uno sguardo al campo e poi il riscaldamento, distaccato dagli altri alla ricerca della concentrazione. Con gli occhi della mente avrà rivisto il film delle sue sofferenze, gli aghi della dialisi, l'operazione per il trapianto del rene. Avrà percorso il tunnel oscuro fino alla luce del campo, fino alle risate dei compagni nello spogliatoio. Avrà visto il pallone volare verso di lui e lo avrà sentito nelle mani, mentre le gambe lo portavano verso il primo avversario, verso il primo placcaggio. Solo allora, dopo il primo contatto avrà sentito l'urlo della folla arrivata fin là per vedere lui, e avrà capito di essere tornato, di essersi guadagnato il diritto a vivere di nuovo quelle emozioni. Quando, come previsto, il suo allenatore Young lo ha sostituito dopo la prima ora di gioco ha sorriso ascoltando l'applauso del pubblico e ha cominciato a firmare autografi ai ragazzini impazziti per lui e tanto basta, per ora. Da adesso in poi Lomu torna ad essere un giocatore e comincia ad inseguire altri sogni, più «normali», come quello di indossare ancora la maglia nera con la felce argento degli All Blacks ai prossimi mondiali, dove tutti quelli che hanno amato la sua storia sperano di vederlo. La partita, vinta dal Cardiff Blues con il punteggio di 10-25, lo ha visto toccare una decina di palloni senza errori e senza prodezze, non era il caso di forzare. I padroni di casa del Calvisano hanno accolto i Blues senza sconti, come i valori di questa disciplina impongono, ed hanno giocato un buon match. Ottima la difesa, sicuri i placcaggi, durissimi sui punti d'incontro e abbastanza puliti nei fondamentali, gli uomini di Cavinato hanno perduto l'incontro soprattutto per un cartellino giallo a Castrogiovanni al 52' con l'incontro ancora in equilibrio sul 10-13. I 10' in inferiorità numerica sono costati due mete di Rhys Williams e Chekai e dodici punti che hanno scavato il solco nel punteggio, rimasto sul 10-25 fino al termine, nonostante gli assalti finali dei giovani italiani guidati da Patelli, Pratichetti e Ghiraldini, tutti prospetti azzurri. Alla fine delle ostilità doccia veloce per i giocatori che avevano fretta di iniziare il tradizionale «terzo tempo», questa volta davvero speciale: non capita spesso di essere protagonisti del ritorno di una leggenda.

Dai blog