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Reja spera nella promozione «a tavolino» Oddo: «Loro superiori, noi con il cuore»

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Finisce 2-1 la finale di ritorno in un Partenio stracolmo. Ventimila i tifosi di casa, 6500 quelli arrivati da Napoli in mattinata e scortati dall'imbocco dell'autostrada fino all'ingresso della curva Nord per garantire una giornata senza incidenti. Alla fine, al di là di qualche scaramuccia in tribuna, tutto fila liscio. In campo, invece, il verdetto è impietoso: il Napoli di De Laurentiis, partito a settembre con la speranza di tornare in fretta in B, si trova davanti alla prospettiva di dover affrontare un'altra stagione in C. L'alternativa è un ripescaggio, ipotesi di cui si parla sempre con maggior insistenza negli ultimi giorni e che lascia presupporre un'altra estate calda. De Laurentiis, per la prima volta dall'inizio dell'anno, non si ferma a commentare la partita: neppure una parola alla squadra, un saluto all'allenatore e via in auto con Marino, a ipotizzare scenari per il futuro. Per ora, però, il campionato dice che dopo il Rimini è l'Avellino a meritare la promozione. La gara si sviluppa come era stato previsto alla vigilia: il Napoli fa la partita, l'Avellino riparte e colpisce. La mossa che mette inizialmente in difficoltà Oddo è l'inserimento di Mora sulla corsia di sinistra: dall'ex barese e da Capparella sull'altra fascia arrivano i cross che erano mancati nella gara d'andata, ma soprattutto sui piedi di Mora capita dopo 7 minuti la prima vera occasione per il Napoli: sinistro a incrociare appena entrato in area di rigore, palla fuori. Una fotocopia l'azione all'11', dall'altra parte del campo è Biancolino a provare il diagonale di sinistro ma con lo stesso esito. Oddo opta per una marcatura a uomo quasi totale: Puleo controlla Sosa, Ametrano va a cercare Pià in ogni zona del campo finendo spesso fuori posizione, Vanin si piazza su Mora e Moretti su Capparella. Il Napoli va al tiro almeno in altre due occasioni, ma il gol del vantaggio è dell'Avellino: al 37' calcio d'angolo teso di Moretti, Biancolino anticipa tutti e di piatto destro batte Gianello. La gara si può raddrizzare dopo un minuto: liscio di Ametrano, Capparella è solo davanti al portiere ma calcia alto. La partita si chiude in avvio di ripresa: l'Avellino è nell'area del Napoli dopo soli 16 secondi, Bonomi placca Biancolino e la doppia decisione dell'arbitro è immediata: cartellino rosso per il difensore e rigore che Moretti trasforma di sinistro. Con un uomo in meno e due gol da rimontare solo per puntare ai supplementari, per il Napoli l'impresa diventa praticamente impossibile. Si riapre uno spiraglio al 26': calcio di punizione di Capparella dal limite, Sosa sfiora con la nuca e segna il suo decimo gol stagionale. La reazione ora è molto più veemente di quella successiva al gol del vantaggio irpino, gli azzurri schiacciano l'Avellino ma, proprio come era sucesso all'andata, lo sforzo non produce risultati. L'occasione più pericolosa arriva ancora sulla testa di Sosa, che colpisce mirando all'angolo alto ma Cecere è straordinario e nega al Napoli la speranza dei supplementari, che si infrange definitivamente nel recupero sui tiri di Pià e Abate. Brividi nel finale: l'arbitro fischia, in 500 invadono il campo ma la partita non è ancora finita. Passeranno 5 minuti prima che il campo di gioco venga sgomberato, ma la finale play off si conclude regolarmente e l'Avellino può fare festa. «Possiamo solo chiedere scusa ai nostri tifosi, loro non meritano la serie C e noi non siamo riusciti a regalargli la promozione», dice a fine partita Sosa, visibilmente amareggiato. «Questa squadra merita il ripescaggio, se il governo del calcio prenderà questa decisione nessuno potrà gridare allo scandalo», sottolinea Reja, il cui destino sarà comunicato nelle prossime ore. «Abbiamo meritato questo successo, il Napoli è più forte tecnicamente ma la mia squadra ci ha messo il cuore», è la spiegazione di Oddo negli spogliatoi. All'esterno dello stadio una città è in festa, a 50 chilometri ce n'è un'altra in lacrime.

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