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di OSCAR OREFICI LA RIVOLUZIONE, almeno per quanto riguarda le qualifiche, è durata appena una settimana.

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I favori del pronostico per il Gran Premio d'Europa vanno, dunque, al fuoriclasse tedesco, con una probabile vittoria da dedicare ad Umberto Agnelli, prematuramente stroncato da un male incurabile venerdì scorso. Meno vicino alla Ferrari, rispetto al fratello Gianni, il «dottore», così lo chiamavano alla Fiat, era attualmente un sicuro punto di riferimento per l'azienda di Maranello. Al giro record di Schumacher non ha corrisposto una prestazione altrettanto degna di Rubens Barrichello. Il suo modesto piazzamento sullo schieramento di partenza, scatterà dalla quarta fila, non può essere ascritto ad una eventuale, diversa strategia di gara. Il che vuol dire, al di là dei limiti del pilota brasiliano, che gli avversari continuano a progredire. Non è più una sorpresa la Bar-Honda, mentre la rappresenta il suo pilota Sato, primo giapponese in Formula 1 a non essere una semplice presenza folkloristica. Ieri, infatti, ha confermato quanto di buono aveva fatto vedere a Montecarlo, sia in qualifica, sia con una partenza sfavillante. Insomma, non è il raccomandato di turno della Honda, come in molti ritenevano. Al suo confronto ha, invece, deluso Button, incapace di sfruttare al meglio la macchina di cui dispone. Se ne sarà in grado, avrà tempo di rifarsi nella corsa di questo pomeriggio. Ha brillato ancora la Renault per merito di Jarno Trulli, che non ha accusato i postumi della sbornia da successo. Pure questa volta si è messo alle spalle il compagno di squadra Alonso, termine di paragone significativo, considerando che il giovane spagnolo veniva ritenuto il leader della scuderia. A questo punto per Trulli, il cui contratto con la Renault scade a fine stagione, si schiudono orizzonti interessanti, con la possibilità di ottenere un rinnovo alle medesime condizioni di Alonso, e non solo dal punto di vista economico, a meno che non intenda cedere alle lusinghe della Williams. La squadra di Grove, però, non appartiene più alla aristocrazia della Formula 1 e si è avuto modo di constatarlo pure ieri, con quella quinta fila monopolizzata da Montoya e Ralf Schumacher che la dice tutta sulle difficoltà del team. In leggera ripresa, al contrario la McLaren-Mercedes, che, grazie al talento di Raikkonen, non partirà dalle retrovie.

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