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Il serbo manda in gol Martins, si procura il rigore trasformato da Vieri e segna il 3-1

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Era dal '98 che l'Inter non batteva la Juve a San Siro. Allora fu un gol del francese a spianare la strada alla Beneamata. Dopo sei anni di astinenza, un altro jolly di centrocampo, Stankovic, regala (con un gol, un assist e un rigore procurato) agli uomini di Zaccheroni un successo che li tiene in gioco per l'Europa che conta e che dimostra che questa non è affatto un'Inter da rifondare. Semmai, è il ciclo di Lippi ad essere al capolinea. I risultati del pomeriggio nobilitano un Derby d'Italia che in molti avevano definito utile solo per le statistiche. Invece, lo stop del Milan, la vittoria della Roma a Lecce e i successi in chiave-Champions di Lazio e Parma fanno in modo che né juventini né interisti possano permettersi il lusso di sbagliare questa partita. Lippi, memore della scoppola dell'andata, si copre, schierando un troppo prudente 3-5-2, che ha soprattutto il demerito di frenare Camoranesi. Zaccheroni, invece, ha l'opportunità di presentare Stankovic nel ruolo di trequartista e il serbo lo ripaga come si conviene. Dejan inizia a galleggiare tra le linee - difensiva e mediana - bianconere, mette scompiglio e già al 6' propizia il gol del vantaggio interista. Anziché tirare da buona posizione, il serbo serve Martins che fa secco Buffon. La Juve, frenata da un modulo troppo rinunciatario, fatica a costruire gioco, anche per colpa del pressing di Farinos e Cristiano Zanetti. Camoranesi non trova le misure: non è un interno, non è un trequartista. Lippi passa al 4-4-2. L'espediente porta al pareggio, merito di una sfortunata deviazione di Kily Gonzalez su cross di Camoranesi. Il pari juventino ha una spiegazione. Col 4-4-2, la Vecchia Signora ha due uomini per ogni fascia, riesce a schiacciare gli esterni interisti. E se Javier Zanetti è uno in grado di coprire tutta la corsa destra, non soffrendo, la stessa cosa non si può dire di Kily, che, preso tra Birindelli e Camoranesi, va in confusione, costringendo Gamarra a lasciare la difesa a tre. Logica la superiorità numerica. L'Inter però non capitola, si riorganizza, tiene il campo e ha il merito di sfruttare il punto debole della Juve: gli ormai cronici svarioni difensivi. Stankovic al 44' viene atterrato in area da Zambrotta. Collina non fa una piega: ferma il gioco, si consulta col guardalinee e poi decreta giustamente il penalty, trasformato di prepotenza da Vieri. Anche il 3-1, firmato da Stankovic al 2' della ripresa su azione d'angolo, è colpa della difesa bianconera, che dimentica il serbo libero sul secondo palo. La Juve va in confusione, non ragisce, Montero viene espulso. Non basta il 3-2 trovato nel finale da Marco Di Vaio. Per questa Juve, sarà difficile anche arrivare seconda. Con grande gioia per Milan e Roma.

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