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Sei Nazioni Gli azzurri piegano la Scozia al Flaminio e si salvano dall'odiato trofeo

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Primo centro di Ongaro, decidono i calci piazzati di De Marigny

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Battendo la Scozia 20-14, ha centrato l'obiettivo minimo stagionale e ha evitato, per il secondo anno consecutivo, di dover ricevere lo scomodo Cucchiaio di legno, platonico titolo spettante alla squadra incapace di conquistare un solo successo nella manifestazione, andato l'anno scorso al Galles. La vittoria, bella quanto sofferta, è arrivata soprattutto per merito di De Marigny, equiparato sudafricano dell'Overmach Parma. Intanto però De Marigny ha segnato 15 dei 20 punti del successo azzurro, che serve al ct John Kirwan per consolidare la sua panchina. Tecnico con contratto in scadenza a fine maggio, con questo successo dei suoi Kirwan si ritrova in posizione più salda, in attesa delle sfide contro irlandesi e gallesi (a Cardiff l'ex All Black sogna di prendersi la rivincita dopo la bruciante sconfitta azzurra nell'ultima Coppa del Mondo). La precisione di De Marigny ha consentito agli azzurri di prendere la testa dopo 10' (6-3). Poi ha pensato la difesa a conservare il minimo vantaggio. Contratta e poco lucida in attacco, la Scozia ha stentato a mettere pressione agli azzurri e per almeno 20' Canale e compagni non hanno faticato a tenere lontani gli avversari dalla linea dei 22 metri. Sono nel finale di tempo, incentivati da un errore al volo di Stoica, gli scozzesi hanno avanzato il loro baricentro. Un' azione che anche se non ha consentito ai Dark Blues di oltrepassare la linea di meta, se non altro ha fatto guadagnare le due punizioni, trasformate da Paterson, che li hanno issati al primo e unico vantaggio (6-9 al 40'). Un vantaggio durato un attimo visto che gli azzurri hanno impiegato appena due minuti per procurarsi un nuovo calcio da fermo dai 22 metri che De Marigny ha freddamente realizzato, riportando il risultato in parità subito prima della fine del tempo. La chiave di volta della partità è arrivata in avvio di ripresa. Dopo solo 1' l'ottimo Griffen (per Troncon, quando guarirà, sarà difficile riguadagnare il posto di mediano di mischia titolare) ha guadagnato una touche a pochi metri dalla linea di meta avversaria. Gli azzurri hanno sbagliato rimessa ma Bulloch si è fatto scivolare l'ovale consentendo a Ongaro di conquistare l'agognata meta (14-9). Rinfrancata l'Italia ha continuato nella sua azione di forza e pur non creando ulteriori pericoli agli avversari ha avuto, se non altro il merito di tenere lontana la Scozia dai propri 22 metri. I britannici hanno avuto la grossa occasione per pareggiare al 22' ma gli azzurri sono stati strepitosi a bloccare in pratica sulla linea di meta una incursione di Webster, ormai destinata a buon fine. Passato il pericolo l'Italia ha ulteriormente preso fiducia e incentrando il proprio gioco soprattutto nelle penetrazioni di Stoica, si è procurata due calci piazzati, trasformati ancora dall'implacabile De Marigny, che in pratica le hanno consegnato l'incontro (20-9 al 4' di recupero). Solo poco prima del fischio finale la Scozia ha salvato l' onore trovando con Webster la meta che ha reso meno pesante la sconfitta. Con questa vittoria l'Italia scavalca Scozia e Samoa nel ranking mondiale e diventa la nona potenza mondiale: una soddisfazione in più in una giornata di gloria per l'intero rugby azzurro. Le feste dureranno fino a sabato 20, quando ci sarà il match con la strepitosa Irlanda di ieri a Twickenham (19-13 sul campo dei campioni del mondo in carica): quel giorno vincere a Dublino sarebbe un miracolo, ma sarà comunque bello esserci.

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