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Quando la macchina è ai suoi livelli il tedesco non tradisce

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Almeno questo hanno detto le qualifiche, che, in un emozionante testa a testa, hanno visto prevalere Schumi su Montoya. Era da sette Gran Premi che il fuoriclasse tedesco falliva l'appuntamento con la pole position, ma appena gli è stata messa nuovamente a disposizione una macchina pari al suo talento, non ha fallito l'obiettivo, quanto mai importante soprattutto dal punto di vista psicologico. Quella di ieri è stata una prima risposta, che attende la verifica della corsa, riguardante sia la scuderia, sia il pentacampione del mondo. La prima sembrava precipitata in una crisi difficile da risolvere, ma evidentemente, il massacrante lavoro preparatorio alla gara di questo pomeriggio ha dato i suoi frutti. Il secondo, invece, aveva dovuto subire pesanti accuse. Parte della critica sosteneva che ormai fosse appagato — troppi onori, troppi soldi — e che non avesse più la forza per reagire alle difficoltà. Certo, la gara è tutt'altro e per Schumi non sarà facile vincere in quanto Montoya e la Williams-Bmw sono sempre temibili, come hanno dimostrato ieri. Comunque la squadra di Patron Frank si presenta, per così dire, azzoppata. Ha dato, infatti, forfait Ralf Schumacher, per i postumi dell'incidente di cui è stato vittima nel corso dei test la scorsa settimana. Al suo posto è stato schierato Marc Genè, spagnolo e gentiluomo, che, però, non è la stessa cosa. Nei box qualcuno mormora che la fuga del più giovane dei fratelli Schumacher sia stata dovuta alla poca voglia di svolgere il ruolo di scudiero di Montoya. Probabilmente, solo malignità. Comunque, un brutto colpo per la Williams, che avrà una carta in meno da giocare pure nella classifica riservata ai costruttori, della quale è leader e che punta a vincere. Ha fatto, invece, il suo dovere Barrichello, capace di mettersi alle spalle Raikkonen, terzo incomodo, fra Schumi e Montoya, nella caccia al titolo. Alla McLaren-Mercedes non è stato dunque sufficiente presentare un nuovo pacchetto aerodinamico per garantirsi prestazioni a livello della Ferrari e della Williams. Il gelido pilota finlandese resta, però, un antagonista di tutto rispetto, sempre capace di tirare fuori il meglio dal mezzo che gli viene messo a disposizione. Ma per il pubblico l'avversario dell'alfiere dell'amata Ferrari è solo e soltanto Juan Pablo Montoya, il colombiano irriverente, che vuole a tutti i costi detronizzare sua maestà Schumacher. Il prologo è stato esaltante e lascia presumere che lo sia pure la corsa. Gli ingredienti ci sono tutti. Peccato, però, che il campionato più bello da oltre dieci anni a questa parte, rischi di essere rovinato dalla polemica relativa alle gomme Michelin. Oltre all'industria francese, le scuderie che adottano i suoi pneumatici non hanno digerito la presa di posizione della Federazione dell'Automobile su segnalazione della Ferrari e della Bridgestone. La vicenda pare destinata a trascinarsi e potrebbe provocare anche ribaltoni nei risultati dei precedenti Gran Premi. Per il momento, comunque, godiamoci la corsa di oggi e, poi, si spera prevalga il buon senso.

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