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Doping Blitz della Finanza di Brescia sull'uso di sostanze proibite

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Ieri un'operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Brescia, ha portato all'arresto di Olivano Locatelli, team manager della Landbouwkrediet-Colnago (il team in cui milita Yaroslav Popovych, ucraino sorpresa dell'ultima corsa rosa, chiusa al terzo posto). Locatelli è attualmente agli arresti domiciliari. Le accuse che pendono sul suo capo parlano di ricettazione e cessione agli atleti di farmaci dopanti. Oltre a Locatelli è stato arrestato anche William Dazzani, direttore sportivo del Team 2002, una squadra ciclistica femminile. Le accuse per Dazzani sono le stesse del collega; il Gip che ha firmato l'ordinanza che ha portato all'arresto dei due è Roberto Spanò, che ha ritenuto come determinanti anche alcune intercettazioni telefoniche effettuate nel corso delle indagini. Altri 22 avvisi di garanzia, inviati dai titolari dell'indagine (il procuratore capo di Brescia Giancarlo Tarquini e il pm Mario Conte) sono stati poi notificati dalla Guardia di Finanza, che contestualmente ha proceduto ad altrettante perquisizioni: non si esaurirà qui, quindi, l'azione della magistratura. La riflessione che sorge spontanea, fatta salva la presunzione d'innocenza dei personaggi coinvolti, è che si è cantata vittoria troppo presto: si è creduto che, come per incanto, il doping fosse uscito per sempre da questo ambiente e che i medicinali fuorilegge avessero abbandonato gli armadietti dei corridori. Forse non è così. Un ciclismo pulito non è dato dall'assenza di perquisizioni-spettacolo o di blitz dei Nas nel corso del Giro d'Italia, ma da un percorso culturale, legale e, perché no, scientifico (quando verrà fuori qualche studio che certificherà incontrovertibilmente che l'Epo o il GH portano alla morte, non troppi avranno ancora il coraggio di assumerne). Fino ad allora si potranno vincere delle battaglie, si potranno coltivare nuove speranze, ma si dovranno fare i conti anche con brutte giornate come quella di ieri. E tutto ciò nella convinzione che, fino a prova contraria, Locatelli, Dazzani e gli altri coinvolti nella vicenda sono innocenti.

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