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Alex Britti presenta il concerto di Roma: sarà come stare a casa mia

Fabrizio Finamore
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Un palco, un divano e le sue inseparabili chitarre. Torna a esibirsi nella sua Roma Alex Britti con un concerto in programma martedì 20 alla Sala Sinopoli del Parco della Musica, che vuole essere un racconto intimo della sua storia in musica al pubblico di sempre. “Si tratta di un concerto intimo, diverso non solo dai miei live precedenti ma dai concerti in generale – ci ha confermato Alex - con una scenografia teatrale che vuole rappresentare un’atmosfera di casa: un divano, le chitarre, il tavolino...sembra più il palco di una rappresentazione teatrale che quello di un concerto. Diamo la sensazione al pubblico di stare a casa mia, magari dopo cena, a bere qualcosa sul divano quando ci si ritrova a suonare qualcosa per gli amici, è questo il tipo di sensazione che voglio far arrivare e devo dire che ci stiamo riuscendo, la gente si sente molto serena e appagata da quello che vede sul palco”.

E in questo contesto domestico che pezzi proporrà al pubblico?

“Farò i miei pezzi dall’inizio a oggi, pesco un po’ a caso da tutto quello che ho fatto senza andare necessariamente in ordine cronologico”.

Ci sarà anche qualcosa dal suo recente primo album strumentale “Mojo”? 

“Tendo a evitare brani solo strumentali, mi sembrava una scelta troppo da chitarristi e forse avrei scontentato parte del pubblico ma ci sono ovviamente citazioni continue alla chitarra. Non ho effetti sul palco, non ho computer, né video, né duetti, l’unica cosa su cui posso contare è la mia chitarra e quindi non mancheranno intro, assoli e qualche virtuosismo”.

È reduce da un libro autobiografico, dall’album strumentale, è anche questo dunque un tipo di concerto che nasce dalla sua voglia oggi di raccontarsi apertamente al suo pubblico?

“Un po’ dalla voglia di raccontarmi e un po’ dalla voglia di più libertà. Viviamo un periodo storico in cui va bene tutto, c’è una sana confusione artistica dove non ci sono regole e quindi io da artista mi prendo la libertà di scrivere un libro, di fare un disco strumentale e ora di proporre un tour sul divano. E non voglio fermarmi qui. Sto già lavorando a un disco nuovo per ripartire l’anno prossimo, ho già tante cose in ballo, diciamo che sto facendo il riassunto di quello che sono io oggi: il musicista alla ricerca di sonorità nuove, il chitarrista blues e il cantautore...le mie tre anime artistiche”.

E in un tour speciale oltremodo speciali sono per lei, da sempre, le date nella sua città Roma.

“Le date romane per me sono da sempre così, conosco personalmente tanti volti di quelli che sono in platea: famiglia, amici, colleghi… esibirmi a Roma per me è come giocare in casa, ha sempre un sapore particolare anche se poi ho la fortuna di essere coccolato anche in tante altre zone d’Italia. L’Auditorium poi, è un contesto che conosco bene in ogni sua sala, fui uno dei primi italiani a cantarci nel 2003 quando l’avevano appena inaugurato”.

- Porterà suo figlio Edo al suo concerto romano? Cosa le piacerebbe che gli rimanesse di questa esperienza?

“Lo porterò sicuramente al soundcheck per fargli vedere con quanto amore e dedizione ci si possa dedicare a un’attività che solo dopo è diventata un lavoro ma che per me è nata solo dalla passione”.

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