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Roma, giallo sull'allarme bomba al Ghetto: “Non era un'esercitazione”

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Momenti di paura stamattina al Ghetto ebraico a Roma quando verso le 10 una telefonata anonima avverte di una bomba nella scuola. Immediatamente vengono attivate tutte le procedure di sicurezza e la scuola evacuata. L’allarme viene poi confermato dalla stessa comunità ebraica che rassicura che «sono state attivate tempestivamente tutte le procedure di evacuazione già ben consolidate e i protocolli di sicurezza stabiliti». Sul posto le forze dell’ordine sono schierate e tutta l’area intorno alla scuola ebraica al Portico d’Ottavia è presidiata: presenti polizia e carabinieri con indosso i giubbotti antiproiettile, con in braccio i fucili. La tensione è alta, tutti gli accessi intorno alla scuola sono interdetti, transenne bloccano curiosi e giornalisti. Intervengono gli artificieri e gli studenti e tutto il personale scolastico rientrano in classe dopo che - come aveva scritto la Comunità ebraica - erano stati portati «con il supporto delle forze dell’ordine in un luogo protetto».

 

 

Ma poi è la comunità stessa a ritrattare durante un breve punto stampa, tenuto dall’assessore alla comunicazione Raffaele Rubin: «Vi voglio informare che quanto avvenuto stamattina presso la scuola Portico D’Ottavia è una esercitazione». Fonti accreditate smentiscono categoricamente a LaPresse che si sia trattato di una esercitazione, che - come riportano le stesse fonti - non verrebbe mai fatta con una guerra in corso come quella tra Israele e Hamas dopo l’assalto dei terroristi dello scorso 7 ottobre.

 

 

La tensione al ghetto rimane alta e gli accessi continuano a essere controllati. A dare voce ai dubbi che aleggiano nel ghetto ci pensa la nonna di una bambina che frequenta la scuola ebraica, che racconta a LaPresse: «Mia figlia mi ha detto di dire che è stata una esercitazione perché questa è la ’versione ufficiale’. Lei è venuta a prendere mia nipote a scuola, l’hanno chiamata dicendole di venire subito. Ora la piccola è terrorizzata». Infatti i genitori non erano stati informati di un’esercitazione, tanto che anche nelle ore successive davanti alla scuola e nel quartiere si sentono commenti di mamme spaventate, alcune delle quali si chiedono se sia il caso di mandare i figli a scuola l’indomani.

 

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