Roma ostaggio di cinema e tv. Cittadini stremati dalle produzioni
Girare un film in una via di Roma? Ditelo prima ai residenti, che poi non riescono a trovare un parcheggio per l’auto. Allestire uno studio televisivo in mezzo a una strada? Concordate gli orari con chi abita nei pressi, perché poi il rischio di non poter dormire è altissimo per colpa dei tanti fan che sognano di incontrare i loro idoli, schiamazzando nelle ore piccole. Conciliare i set cinematografici e televisivi con le esigenze dei cittadini sta diventando sempre più difficile: dopo il lockdown che aveva trasformato la Capitale in un deserto, si fa sentire sempre di più il contraccolpo a causa delle tante le produzioni del grande e del piccolo schermo che occupano piazze e strade. Anni fa importanti case cinematografiche statunitensi quando giravano delle scene nelle vie della città si premuravano di lasciare delle lettere intestate nelle cassette della posta dei palazzi interessati dalle riprese, annunciando il passaggio di un addetto munito di pacchi di banconote: l’impiegato della produzione, dopo aver ritirato la missiva, consegnava agli abitanti somme adeguate per scusarsi del disturbo arrecato nei giorni della lavorazione del film. Altri tempi: oggi all’improvviso appare un cartello che indica il «sequestro» della strada per esigenze cinematografiche, e chi vive nelle zone centrali e semicentrali non sa più dove parcheggiare la propria vettura, tornando a casa dopo una giornata di lavoro.
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Eclatante la nuova protesta di chi abita nei pressi del «glass» dove la Rai ha allestito lo studio di Fiorello: «La situazione è insostenibile, dormo con i tappi nelle orecchie e comunque ogni giorno, cascasse il mondo, mi sveglio con le urla degli spettatori e con la musica a palla», ha detto un residente. Non solo: «La struttura non è in sicurezza, copre le strisce pedonali di via Asiago, ed è un problema per una strada a senso unico», ha affermato il consigliere municipale Renato Sartini della Lista Civica di Roberto Gualtieri. Una rivolta che è tornata a farsi sentire dopo che sono girate le voci riguardanti un bis della trasmissione mattutina dello showman siciliano: quando vengono annunciati i grandi ospiti della musica, per esempio, tutta la zona di piazza Mazzini diventa un campo di battaglia, con persone che arrivano da lontano per vedere da vicino le star. Tutte queste proteste rafforzano inevitabilmente la scelta di potenziare Cinecittà grazie a nuovi investimenti, previsti anche dal Pnrr, visto che i teatri di posa sono realizzati proprio per togliere dalle strade i set e garantire un'alta professionalità.
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Già la vita quotidiana è difficile per chi risiede a Roma, ci mancano solo i disagi creati da camion e set che di fatto requisiscono ampi spazi destinati alla collettività per utilità private, e comunque con fini di lucro: una soluzione da adottare immediatamente appare quella di distribuire agli abitanti dell’area interessata le somme riscosse dall’amministrazione comunale per l’occupazione di suolo pubblico, dato che le prime «vittime» sono coloro che devono lasciare all’uso esclusivo di attori e registi i marciapiedi e i sampietrini, anche se provvisoriamente. Non parliamo di quando vengono spostati d’autorità cassonetti e fermate degli autobus, che spesso non tornano più nelle collocazioni originarie. Basta fare un giro per Roma per notare alcuni di questi «residuati» di set cinematografici, ai quali manca solo una targa indicante i nomi delle star che hanno lavorato nei pressi. Senza dimenticare che vengono anche rimosse le auto dei residenti, per non intralciare il lavoro della major di turno. Con tanto di multe.